
Lo Stadio della Roma si farà. Salvo altre virtuose creative zozzate dell'ultimissima ora, salvo altre invenzioni di ecomostri quando l'ecomostro è quella zozzeria che c'è adesso, salvo altre penne al servizio dei poteri forti, salvo altri presidenti della Figc pronti a farsi intervistare per dire «che di nuovi stadi non abbiamo bisogno», salvo ognuno e nessuno, salvo interessi pubblici già approvati, stra-approvati e poi bocciati e/o rimessi in discussione quando il "pubblico" uno stadio ce l'ha praticamente nello statuto, nella sua essenza,nel nome. Salvo tutti i nomi passati da 5 anni a questa parte, un paio di papi, tre sindaci, mille partite, e caterve di cattiverie, strumentalizzazioni, intralci diretti o indiretti, rallentamenti fisiologici o indotti, indifferenza, sciatteria, abitudini, maggioranze e transumanze, lo Stadio della Roma si farà alla faccia di tutto questo per il sorriso invece dei tifosi della Roma e dei cittadini di Roma. [...]
E al di là dell'ovvia opportunità, di un'opera gigantesca per la città, della viabilità, delle migliaia di posti di lavoro che già si sono creati e si creeranno, dell'indotto, dell'incasso, del botteghino, del patrimonio, del turismo, di qualsiasi tipo di profilo industriale, lo Stadio della Roma è soprattutto una cosa: una cosa sentimentale. Lo Stadio della Roma è stato il sogno della Roma nel 1927 che è nata con l'orizzonte di quel Campo che ancora e sempre c'avrà tanta gloria; lo Stadio della Roma è stato il sogno di Dino Viola che ci è morto per lo Stadio. [...]
Lo Stadio della Roma si farà perché ha le sue fondamenta in questa città, le radici nel 1927, le fondamenta in un atto di nascita di un'associazione chiamata Roma. Si farà perché è il Sogno di chi non ha mai smesso di sognare. Gli stessi che hanno riportato Agostino Di Bartolomei a casa. Chiamatelo così.
(Il Romanista - Tonino Cagnucci)