IL MESSAGGERO (P. LIGUORI) - Finita l’avventura azzurra, tornano le emozioni della Serie A. C’è chi pensa e dice che il nostro campionato non vale la metà di quelli spagnolo, inglese e tedesco, ma un derby come quello di oggi, con le due squadre romane cosi alte in classifica e così in salute ha pochi precedenti. Possibile che le tossine di Tavecchio e Ventura abbiano contagiato i calciatori, che lo stato d’animo di Buffon si sia trasmesso anche ai compagni, in particolare a quelli più anziani che vedono la fine dell’avventura in Nazionale. Ma è più probabile che il ritorno al lavoro sia un’iniezione di fiducia. Abbiamo tremato per Radja in questi giorni, ma lui ha mille spiriti, abbiamo lasciato a Firenzeuna squadra in crescita e oggi affrontiamo una squadra che ha fatto ugualmente bene, anche meglio di noi. È un derby aperto, senza pronostico, molto si giocherà, come spesso succede, sulla tenuta nervosa, sulla concentrazione. Per fortuna, non siamo favoriti, però abbiamo perso con Inter e Napoli e una terza sconfitta all’Olimpico sarebbe pesante. Al contrario, vincere significa rimettersi in linea di volo per la testa della classifica. Non c’è calcolo o turnover che tengano in uno scontro come quello di oggi, ma l’orgoglio di aver smentito gli scettici e i gufi delle prime settimane può essere la molla giusta. La difesa affronta un attacco molto ricco di soluzioni, però la statistica dice che è tornato il momento di vedere un gol di Dzeko, l’appuntamento è quello giusto, perché nelle ultime partite il gigante ha giocato molto e bene per la sqadra, ma non è stato tanto fortunato. E poi è il derby di Eusebio: Inzaghi merita rispetto, ma Di Francesco non molla mai.