LEGGO (E. SARZANINI) - Il primo round è andato alla Roma: Kolarov è già rientrato dal ritiro con la Nazionale serba mentre Milinkovic no. A nulla sono valse le richieste del diesse biancoceleste Tare che, così come fatto la società giallorossa qualche giorno fa, aveva paventato la possibilità di riavere il giocatore dopo la prima amichevole giocata contro la Cina. Impossibile d'altronde che il centrocampista, alla sua prima assoluta con la maglia della Serbia, potesse avere questo privilegio. Una disparità di trattamento che il club biancoceleste non ha gradito troppo ma che ha comunque rispettato anche per gli ottimi rapporti che intercorrono con la federazione serba. La Lazio in ogni caso non è mai stata ottimista in tal senso e ieri ha avuto solo la conferma di quanto già si aspettava. Un bel problema per Inzaghi che potrà riabbracciare uno dei suoi pilastri del centrocampo solo giovedì, ad appena 48 ore dal derby contro la Roma e dopo oltre 11 ore di volo. Il giocatore, dal canto suo, ha penato talmente tanto per questa chiamata, arrivata dopo l'esonero del vecchio ct Muslin che lo aveva clamorosamente ignorato per oltre un anno, scatenando un vespaio di polemiche, che non ha forzato troppo la mano e dopo i 90' con la Cina, spera di poter giocare nuovamente titolare anche domani contro la Corea del Sud.
Al contrario, il compagno di Nazionale Kolarov, che sabato sfiderà nella stracittadina, a fronte dei suoi 32 anni e della lunga esperienza maturata proprio in Nazionale, contro la Cina di Lippi era stato risparmiato e dopo aver parlato con il ct è stato subito liberato. Il terzino non è stato l'unico a rientrare in anticipo, visto che hanno lasciato il ritiro anche Dusan Tadic del Southampton, Filip Kostic dell'Amburgo, e Dusko Tosic del Besiktas.