IL MESSAGGERO (A. ANGELONI) - Due gol contro l’Udinese, all’Olimpico; uno contro il Bologna, sempre all’Olimpico; due con il Chelsea, ancora e sempre all’Olimpico; uno a Marassi, da ex. Due, più uno, più due, più uno, uguale sei. Sei gol, cinque di questi a Roma, uno solo, l’ultimo, fuori casa. Il bomberino casalingo, El Shaarawy, stava per rimediare a questa tendenza e regalare alla Roma l’ennesima vittoria in campionato, ma il suo gol, un guizzo in una prestazione non eccezionale, è servito solo a segnare un pari. Il primo in trasferta (di campionato) della Roma. Lui stesso, Stephan, se ne rammarica. «Poteva arrivare una vittoria importante, invece l’episodio del rigore ha condizionato totalmente una partita che avevamo in mano. Anche in dieci abbiamo cercato di vincerla, attaccando e creando occasioni. Meritavamo di più». Un tempo a sinistra, il secondo a destra: dopo pochi minuti dal cambio, è arrivata la rete. Stephan taglia meglio dentro col “piede invertito”, lo ammette anche lui. «Nel primo tempo ho cercato di entrare ma non mi è stata data la palla. Sul gol hanno chiuso in ritardo e Florenzi mi ha dato una grande palla, poi si a sinistra mi viene più naturale». Non era facile, per tutti, contro il bunker del Genoa. «Difendevano tutti e ripartivano, non c’erano tantissimi spazi. Dobbiamo cercare di ripartire già venerdì perché possiamo rifarci dopo due partite che non riusciamo a vincere. Roma troppo nervosa? Marassi è un campo difficile, il Genoa viene trascinato dal pubblico e c’è molto agonismo, a volte rischi di perdere la lucidità. La mentalità non è mancata, abbiamo provato a vincere fino all’ultimo».