Daniele De Rossi martedì notte è stato chiaro: «Non è che vinciamo queste gare per mettere la foto sul comodino». Vero. Ma magari, ora che le foto raramente si stampano ma si pubblicano sui social, in tanti hanno voluto immortalare la splendida Roma in Champions. Mai, nell’era americana, in Europa la Roma si era fatta così bella, eccezion fatta per le trasferte di Londra, due settimane fa, e Manchester, tre anni fa, che però erano servite a portare a casa soli due punti. Questa, invece, sembra una squadra più solida.
DIECI ANNI FA – Di Francesco è riuscito ad entrare nell’elenco di coloro che, in Europa e almeno per qualche ora, hanno reso grande la Roma. Ci era riuscito il primo Spalletti, capace di portare la squadra due volte di fila tra le prime otto, di vincere a Lione (2007) e Madrid (2008). I due gol di El Shaarawy e quello di Perotti hanno regalato alla Roma un 3-0 che i tifosi non dimenticheranno, come quello al Barcellona di 15 anni fa, quando la squadra di Capello non fece vedere palla ai catalani e stravinse con gol di Emerson, Montella e Tommasi.
IL BARONE E CAPELLO – Impossibile, poi, dimenticare quella che per i romanisti è la madre di tutte le partite terminate 3-0: Roma-Dundee del 1984. La Roma per andare in finale di Coppa dei Campioni doveva rimontare il k.o. dell’andata, ci riuscì con due gol di Pruzzo e uno di Di Bartolomei. Ancora oggi i tifosi che erano allo stadio si commuovono, quella è considerata la vetta più alta in Europa. Oggi la Roma decide di volare basso ma qualche tifoso, scherzando, già dice «di guardare i voli per Kiev. Non si sa mai». L’entusiasmo è tangibile, così come la fiducia in Di Francesco. Come Liedholm, Capello e Spalletti ha regalato ai romanisti una grande notte che ha fatto il giro d’Europa. L’obiettivo è fare come loro pure e portare a Trigoria un trofeo. Dall’ultimo sono passati ormai quasi dieci anni.
(gasport - C. Zucchelli)