(..) Di uomini col morale sottozero ce ne sono, da una parte e dall’altra. Ma come De Rossi e Parolo, nessuno mai. Gli altri – da Immobile a Florenzi, a El Shaarawy – una carta futuribile ce l’hanno ancora in tasca. Daniele no, per dire. Ha detto basta nella maniera più triste, lui che «ho sempre pensato fosse giusto lasciare al top». Il top, in ogni caso, De Rossi l’ha raggiunto quando s’è sfogato con il preparatore atletico di Ventura, Alessandro Innocenti, non spiegandosi perché sarebbe dovuto entrare in campo lui per vincere la partita. È l’ultima clip del De Rossi azzurro, forse la prima del De Rossi che allenatore diventerà sicuro. Da ieri in poi, però, è solo Roma. È la «seconda pelle» più seconda pelle che c’è. Ieri mattina Daniele s’è presentato a Trigoria con una faccia che era tutto un programma. Lui più degli altri. Una notte insonne, giusto qualche massaggio e una chiacchiera nello spogliatoio. Poi è intervenuto lo psicologo Di Francesco. Il tecnico l’ha preso da parte, ha parlato con il suo capitano e poi ha deciso di rimandarlo a casa, lui come gli altri due azzurri, lui che pure con la Svezia non aveva giocato. La decisione più saggia: altre 24 ore di aria prima di tuffarsi nel derby. Non c’è troppo tempo per pensare, non ci sono sfide semplici all’orizzonte che «permettano»di fermarsi ancora a ricordare: Lazio e Atletico Madrid, questo propone il calendario. Il derby, per De Rossi, non è mai stata una storia semplice. Ma sabato, a 34 anni e mezzo, sarà comunque un inedito, la prima volta da capitano «ufficiale» dopo l’addio di Francesco Totti. È per questo che qualcosa devi fare, è per questo che Di Francesco ha capito e ieri gli ha evitato un allenamento con la testa un po’ così. (..)
(gasport)