Ci sono tre intoccabili per Di Francesco, che partono sempre dal primo minuto: Alisson, Kolarov e Dzeko. Gli altri hanno ruotato sempre: colpa degli infortuni, in molti casi, merito invece dell’allenatore negli altri, quando cioè ha deciso di rivoluzionare la squadra per dare a tutti minuti, fiducia e condizione. Da Gerson a Moreno, passando per Nainggolan, che non c’era a Benevento per un problema fisico, e Florenzi, che sta trovando continuità dopo un anno da dimenticare, Di Francesco ha scelto di mettere in campo una Roma camaleontica, capace di cambiare pelle e uomini.
Venti i calciatori impiegati, dieci (in 11 partite) le formazioni adottate. Solo contro Atalanta e Atletico Madrid la squadra iniziale è stata riproposta. Per il resto, in campionato, la Roma non è mai stata uguale a se stessa. Di Francesco, oltre agli uomini, cambia anche sistema di gioco: il 4-3-3 è la base, che diventa poi 4-2-3-1 o 4-1-4-1 o, anche, 5-4-1. Adesso, con i rientri di Schick e Karsdorp, mai sceso in campo, la Roma si modificherà ancora. L’olandese è un terzino trequartista (ruolo che ricopriva in passato), il ceco è una prima punta che ama partire largo.
(gasport)