IL MESSAGGERO (L. TONGUE) - Edin Dzeko ce l’ha fatta: quell’abbraccio con i tifosi allo Stamford Bridge che aveva promesso alla vigilia della partita c’è stato per ben due volte. È stata la sua notte magica, la centesima presenza con una doppietta davanti ai 41 mila di Londra rimasti attoniti davanti a tanta grinta e classe. Dieci gol in dieci partite giocate, il Chelsea è stato il novantesimo club a cui il bosniaco ha segnato. Numeri da bomber.
NOVANTA Come se nulla fosse l’attaccante, con la sua solita calma a volte scambiata per indifferenza, è stato il protagonista di una delle partite più avvincenti giocate della Roma negli ultimi anni: un pareggio che avrebbe potuto tramutarsi in vittoria se solo quel colpo di testa a pochi minuti dallo scadere fosse stato più preciso. «Il mio secondo gol è stato uno dei più belli che ho realizzato in carriera, l’ho impattata benissimo. Sin dall’inizio abbiamo giocato come vuole il mister e potevamo anche vincere, ma anche il pareggio ci sta contro una squadra come il Chelsea. E’ stata una serata bellissima, peccato non aver preso i tre punti, ma va bene così», ha detto Edin nel post gara con un sorriso a 32 denti. A fine partita volevano intervistarlo anche i cronisti inglesi, ma lui ha preferito tirare dritto concedendosi solo alle telecamere italiane: «La Serie A mi ha migliorato, ho recuperato i gol al Chelsea mancati con il City. Loro hanno fatto tre reti su 3-4 occasioni ed è stato un peccato. Dobbiamo, però, essere orgogliosi». Da Nainggolan a Perotti e arrivando Dzeko sono troppe, però, le opportunità sprecate sotto porta: «Su questi errori dobbiamo lavorare e fare meglio davanti. Il primo gol di Kolarov ci ha dato fiducia per fare di più». Tra i rimpianti anche quello di non poter ancora giocare con Schick e Karsdorp: «Presto rientreranno vari giocatori e avremo più possibilità per l’allenatore», ha detto il direttore sportivo Monchi.