IL MESSAGGERO (A. ANGELONI) - Chiude la partita con una fasciatura rigida sul polpaccio destro. E Di Francesco prega che non sia nulla di particolarmente serio, ma forse non lo sarà, oggi ne sapremo di più. Conta per ora quel che riferisce il diretto interessato, Radja Nainggolan: «E’ solo un affaticamento, tutto a posto». Amen. Radja in partita chiede il cambio, scuote la testa ed è costretto a lasciare il posto al giovane Pellegrini, proprio nel momento di maggiore sofferenza. Esce dopo una partita giocata con la “garra”, ma senza troppi guizzi: Nainggolan forse si diverte meno rispetto all’anno scorso, perché - almeno per ora - non arriva in porta e non segna, ma non gli si può dire, vedendolo giocare, che non faccia di tutto per il bene della squadra. Corre, lotta, anche se non è al top, e si fa pure male. Ma nulla di che, ci fidiamo.
"DATECI TEMPO" - Il belga, a cui girano le scatole per aver perso la nazionale, deve solo riabituarsi al suo vecchio ruolo, quello di mezz’ala, che copre sessanta metri di campo, ora a sinistra e ora a destra. E quando starà meglio, magari ricomincerà a segnare. Ci vuole pazienza, anche per vedere la migliore Roma. Per ora, benedetto punticino. «Che serve per ritrovare fiducia», dice Radja. Consapevole che c’è ancora tanto da lavorare. «Nel primo tempo abbiamo avuto qualche occasione da sfruttare meglio, il pareggio è un buon risultato contro una squadra importante. Il calo nella ripresa? Siamo all’inizio della stagione, ci sono meccanismi nuovi e il lavoro è diverso. Ci vorrà un po’ di tempo per essere al top ma solo con l’impegno si può migliorare. La Roma ha cambiato tanto, ci vuole tempo per avere i meccanismi, non siamo dei robot. Lavoriamo e speriamo che tutto migliori».