Alle pagine 10 e 11 trovate un'intervista esclusiva al ministro dello Sport, Luca Lotti, che parla dello Stadio,rinnovando l'intenzione di farlo, e, soprattutto, delle barriere («è stata la Roma che si è impegnata per rimuoverle»). (...)
(...) Nel paginone successivo (12-13) c'è un bellissimo reportage su Campo Testaccio, sulla necessità di riqualificarlo, farlo rivivere, sul fatto che s'intravedono spiragli per poterlo fare: Campo Testaccio è un sogno e una necessità per questa città, una campagna da fare insieme. (...)
Le notizie non mancano e probabilmente domani Daniele De Rossi nemmeno giocherà dal primo minuto al Vigorito di Benevento, però se al quinto giorno de il Romanista Daniele De Rossi non finisce in copertina vuol dire che il Romanista è un giornale sbagliato. Almeno per me. Daniele De Rossi è la Roma. Come Francesco Totti. Come Agostino Di Bartolomei. Come Giacomo Losi. Come Amedeo Amadei. Come tutti quei figli di Roma Capitani e bandiere che saranno sempre il nostro vanto e sempre quello che quegli altri non potranno mai avere.
Una bandiera ogni tanto va sventolata. Oggi Daniele De Rossi va in copertina solo per questo motivo. Nient'altro. Anzi, parafrasando, scusate il ritardo. Daniele De Rossi non va in copertina de il Romanista perché è una notizia ma perché Daniele De Rossi è il romanista. De Rossi non è mai giornalismo, è romanismo. De Rossi è insieme Testaccio e la lotta alle barriere, è la maglia delle origini e una trasferta libera...
La linea editoriale de Il Romanista è il sentimento, De Rossi ci è cascato dentro da ragazzino. E noi, come lui, non ci siamo ancora asciugati. Quando parlate della Roma dovete stare zitti: De Rossi non ha mai detto una parola sulla Roma. L'ha incarnata. L'imbecille in questo caso è chi guarda la luna.
(Il Romanista)