«Si esprime parere negativo sulla nuova soluzione progettuale presentata da Eurnova», è la conclusione del documento firmato dalla diggì del Dipartimento per le infrastrutture, i sistemi informativi e statistici del Mit, Ornella Segnalini. Nel senso che - quando tra oggi e domani si aggiungerà anche il parere della Regione Lazio a quello dello Stato e a quelli «positivi, ma...» di Comune di Roma e Città metropolitana -, potrà essere fissata la nuova Conferenza dei servizi. La cui efficacia, però, sembra già segnata.
Nella delibera di novazione, infatti, sta scritto che «il ponte di Traiano, lo svincolo A91 e il viadotto di approccio sono stati stralciati dal progetto (sostituiti dal cd “ponte dei Congressi”, con finanziamento statale) e di conseguenza non sono più inclusi tra le opere di interesse generale a carico del proponente», quindi «esclusi dal procedimento di approvazione del progetto in Conferenza dei servizi» per essere sostituiti da «tre differenti ipotesi realizzative, considerate alternative, delle opere infrastrutturali di collegamento con il sistema della via del Mare/Ostiense unificate sino a nodo Marconi: il ponte di Traiano, il ponte dei Congressi», più la soluzione «senza i ponti menzionati». Per dimezzare il cemento privato sulle carte, cioè le torri e il Business park, si era pensato di togliere uno o addirittura entrambi i ponti riducendo la cubatura globale.
Ma, scrive Segnalini, la «Direzione generale non condivide le tre differenti ipotesi in quanto esse non sono alternative ed indipendenti, poiché le prime due sono necessariamente complementari mentre la terza non può essere presa in considerazione per la assoluta inadeguatezza». Tradotto: senza ponti non si può fare, ma un ponte solo, come voleva il Campidoglio, non può bastare.
Le criticità sono moltissime. Ma, certo, un intero progetto costruito su un ponte che non si sa ancora se e quando si farà, le batte tutte.
(corsera)