Perotti torna a Siviglia con il petto in fuori, da protagonista della squadra vice campione d’Italia che farà la Champions League grazie a quel gol contro il Genoa che ha regalato a Diego e alla Roma tutta un’estate certamente più serena. «Sono contento di tornare a giocare qui – ha detto in conferenza, accanto a Di Francesco – e vedere a che punto siamo con la preparazione. Per me sarà una grandissima emozione, questa è una delle città più belle del mondo e l’ho sempre detto. Per quello che significa la partita anche io sono felice, sono arrivato qui che ero un ragazzino di 18 anni, questa è la mia seconda casa e qui sono diventato uomo». Sulla carta dovrebbe giocarsi il posto a sinistra con El Shaarawy durante l’anno, in pratica Perotti ha sfruttato bene il lavoro con Di Francesco fin dal primo giorno a Pinzolo e, complici anche i problemi alla schiena del Faraone, si è preso un ruolo da protagonista che difficilmente abbandonerà nelle prime due giornate di campionato. Almeno. La scorsa stagione non è stata facile per lui: un solo gol su azione in campionato, un rapporto con Spalletti complicato (da Crotone in poi, quando Diego prese male l’esclusione dopo una settimana in cui era sempre stato provato con i titolari), la sensazione che, dopo i primi mesi bellissimi, il feeling con la Roma non fosse più lo stesso e ci fosse l’ennesima possibilità di un trasferimento. Invece il gol al Genoa, se non tutto, ha cambiato tanto e oggi Perotti dice: «Il mio obiettivo è alzare un trofeo e abbiamo la qualità per farlo perché sono sicuro che Monchi troverà anche il miglior sostituto di Salah. Rimpiazzare Momo non sarà semplice –aggiunge -, ma io voglio dare il mio contributo. Mi piace molto questo nuovo sistema di gioco. Faccio anche movimenti che in passato ho avuto difficoltà a fare: accentrarmi, non dover aspettare la palla. Mi permetterà di essere più pericoloso, di fare più assist e cercare di più la porta, dove devo migliorare. Salah però ci garantiva gol e molti assist».
(gasport)