La vittoria di Bergamo ha regalato sorrisi, anche se un dato ha colpito tutti: la Roma di Di Francesco – allenatore offensivista per vocazione – ha effettuato un solo tiro nello specchio della porta, quello (decisivo) di Kolarov su punizione. Strano, vero? Basti pensare che negli ultimi 12 anni in campionato solo 3 volte la Roma aveva fatto peggio (zero tiri in porta: 2 sconfitte e un pari) e 10 volte aveva fatto lo stesso (un tiro in porta: 7 sconfitte, 2 pareggi e una vittoria).
Il motivo del digiuno di pericolosità, in questi giorni, è presto detto: il gioco di Di Francesco è raffinato e necessita di tanto lavoro. Quello che, per via del ritiro senza titolari e della tournée Usa, l’allenatore non ha potuto svolgere al meglio. «Il gioco nuovo avvantaggia gli esterni – dice El Shaarawy a Roma Radio –, chiede molti tagli, di andare in profondità e queste sono le mie caratteristiche. Di Francesco lo dobbiamo ascoltare perché è un allenatore capace. Occorre mettere in pratica le cose che proviamo in allenamento».
Vero, ma fare più gol è necessario, e per questo la Roma "spera" ancora in Mahrez, anche se la pista su Schick è senz’altro più viva, così come le alternative che portano a Munir o Cuadrado.
(gasport)