IL TEMPO (E. MENGHI) - «Piacere Francesco, AS Roma». La sostanza non cambia, è una storia senza fine in cui il protagonista cresce e veste nuovi panni. La seconda vita di Totti che comincia con una camicia azzurra addosso nella prima intervista al canale ufficiale dopo l’addio al calcio. Ha chiacchierato con Monchi e poi con Pallotta, adesso parla lui: «È finita la mia prima parte di vita, quella da calciatore, e ora ne inizia una più importante da dirigente, con la speranza di fare quello che ho fatto sul campo. Sono due cose ben differenti, la prima era il mio lavoro principale, la seconda una cosa diversa che affronto con la stessa testa, lo stesso spirito, o forse di più, perché con tanta esperienza calcistica posso dare una grande mano. Ho sempre fatto sul serio».
Ed è per questo motivo che nel rompere gli indugi sceglie comunque di non sbilanciarsi, perché non sa ancora che indirizzo dare alla sua prossima esperienza in giallorosso: «Si riparte dall’inizio. Si inizia una nuova fase, una nuova avventura, ho preso tempo per riflettere e me ne servirà altro per capire veramente come entrare passo dopo passo in questa società e vedere il ruolo che mi si addice più di tutti. Mi metterò a disposizione a 360 gradi, dal settore giovanile fino al presidente. Mi ci vorranno sei mesi, un anno o magari due, non so quanto ci vorrà per consacrarmi nel lavoro che preferisco veramente».
La fortuna dell’ex capitano romanista è di cominciare da capo restando a «casa» sua: «Ho la possibilità di lavorare con la Roma, con Monchi, Pallotta, Baldissoni e Di Francesco. Posso conoscerli, chi più e chi meno, abbastanza bene e questo tempo mi porterà a farlo ancora meglio. Quando cambi tipo di lavoro entri sempre in punta di piedi per conoscere l’ambiente con cui ti confronti, ma io ho dalla mia parte il fatto di conoscere già questa città. I dubbi sono su quello che voglio fare da grande: voglio essere tutto e niente, sicuramente un personaggio importante per la Roma».