IL MESSAGGERO (A. ANGELONI) - Chiamatelo ritiro, se pur per pochi intimi. Lo scorso anno c'era Francesco Totti con il tormentone «smetto, non smetto», «lo fate smettere voi» etc etc; quest'anno ce n'è un altro: «chi prendiamo?, chi arriva?» oppure «questa non è la vera Roma». E ci mancherebbe pure che sia quella di Pinzolo la vera: tanti ragazzi della Primavera, tre infortunati/convalescenti e un gruppetto di gente in attesa di giudizio. No, questa non deve né dovrà esserlo. Tant'è vero che un pezzo di Roma si trovava a Milano, proprio mentre Di Francesco sbarcava in Trentino. La Roma a Milano per Defrel, appuntamento con il Sassuolo (Baldissoni, Massara, Monchi con il gruppo di dirigenti neroverdi) per definire l'acquisto di Gregoire ed eventualmente portarlo prima possibile a Pinzolo. Almeno lui (e nemmeno lui) basterà per ora. Ma ancora non ci siamo, le parti sono sempre distanti, come Milano da Pinzolo. Se ne riparlerà, ma la presa non si molla. Di Francesco vuole l'attaccante (entro domani, giorno del raduno del Sassuolo), per farne il vice Dzeko e per utilizzarlo almeno a destra del suo 4-3-3. Mancano alcuni milioncini (18 offerta, 25 la richiesta ma i ben informati dicono che si chiuderà a 20), di mezzo c'è anche il cartellino di Frattesi, che non è partito per il ritiro proprio perché in attesa di novità sul trasferimento alla corte di Bucchi e quello di Marchizza. Tutto l'affarone tra Roma e Sassuolo, cominciato con Di Francesco e Pellegrini, dovrebbe concludersi proprio con Defrel, che ha lo stesso agente di Lorenzo. Per quanto riguarda il post Salah, filtra il nome di Carlos Vela, messicano della Real Sociedad. Per Foyth, intanto, inserimento importante del Tottenham ma oggi arriva in Italia il suo agente che ha un appuntamento con Monchi.
L'IDEA DI BASE La Roma ha scelto ed è stata obbligata a ricostruire. E in questo caso la ripartenza non può essere in grande stile. Perché si cominci davvero bisogna aspettare un po', che tornino i big vacanzieri e che arrivino altri giocatori da sogno e non da incubo. Gonalons (presentato qui a Pinzolo oggi da Monchi in persona) è la novità vera, così come l'acciaccato Karsdorp e come i giovani della Primavera, che in queste occasioni si sentono al centro del mondo e ti invitano a pensare che il Tumminello di turno possa essere Dzeko tra due giorni. Si chiamano sogni (o illusioni) di mezza estate, ma Roma ha bisogno di qualcosa di diverso, perché Roma non si deve accontentare e non si deve accontentare nemmeno del solo Defrel. Guardi la lista dei ritirati di Pinzolo e leggi su twitter il pensiero futuristico di un tifoso: «Fra un po', questi, chiedono l'autografo a me». La sintesi del clima che si respira. Perplessità.
LAVORO LAMPO Le presenze rassicuranti - in attesa almeno di Defrel - sono quelle di Florenzi, che tutti aspettano dopo la doppia operazione al ginocchio, e di Perotti, praticamente la stella del ritiro. C'è Alisson, che non sentirà parlare di rivalità con Szczesny, perché Szczesny non c'è più. Ma c'è Lobont, lui sì. Il capo dei capi è Eusebio Di Francesco, che aspetta di veder crescere la sua Roma e intanto ha cominciato a lavorare, a guardare negli occhi chi comincia a contestare. Eusebio ha portato tante idee e grande entusiasmo, aspettando settimane migliori, più piene di Roma. Di Francesco ha fatto il salto di qualità, lo sognava da tempo, è tornato nella sua Roma e ha dovuto accettare anche il cambiamento radicale. Perché questa Roma non è la stessa che ha centrato il secondo posto a meno quattro dalla Juventus, e non sarà nemmeno il campionato come il precedente: la famiglia si è allargata, si ritorna alle sorelle di quindici anni fa. Non sette ma almeno cinque sì: Juve, Milan, Roma, Inter e Napoli. E la Roma che Monchi sta costruendo insieme con Di Francesco, che obiettivi si pone? L'impressione è che da questo splendido panorama dolomitico capiremo ben poco. Ma quel poco, statene certi, cercheremo di raccontarlo.