IL MESSAGGERO (M. CAPUTI) - C'è qualcosa nella Roma che non quadra. Sì perché le cessioni già realizzate e quelle in essere vanno ben oltre le esigenze dettate entro la fine di giugno dal fair play finanziario. Tra i tifosi, da anni rassegnati e preparati ad alcune dolorose partenze estive per motivi di bilancio, monta la preoccupazione. Lo scenario che hanno davanti va oltre ogni peggior previsione e contrasta con quanto dichiarato dal presidente Pallotta, non più tardi di qualche settimana fa. Dopo Salah e Paredes, non sono passate che poche ore dalla mancata cessione di Manolas allo Zenit, che Ruediger è già sulla via di Londra per essere ceduto al Chelsea. Perché tutta questa fretta nel vendere? Quali sono i motivi che portano a smontare la squadra che, giunta seconda, ha guadagnato l'accesso diretto alla Champions League e portato quindi soldi nelle casse della società? Servirebbe maggior chiarezza sulle reali disponibilità economiche del club e sulle conseguenti strategie. La Roma cambia con l'obiettivo di rinforzare e migliorare la squadra o per rientrare economicamente? Se le paure sono ingiustificate e le valutazioni errate lo scopriremo presto, poiché con soldi incassati dalle cessioni e quelli provenienti dalla Champions è logico aspettarsi grandi colpi. Gli acquisti di Moreno, Karsdorp, Gonalons e il ritorno di Pellegrini sono operazioni di valore, ma tanto altro rimane ancora in sospeso. La difesa è tutta da reinventare e in attacco manca un titolare, oltre a un vice Dzeko. In Italia da sempre vince chi ha il miglior reparto arretrato e la Roma lo sta praticamente smantellando, perché dopo la cessione di Rudiger non è affatto detto che Manolas resti. Non c'è dubbio: Monchi, quello di «ci sono zero possibilità che Ruediger vada via», è atteso da un duro lavoro. E i tifosi si aspettano che il ds tenga realmente fede ad un'altra promessa: «L'importante è non comprare male». La Roma, dopo tante cessioni, non aspetta altro.