IL TEMPO (F. M. MAGLIARO) - Se lo Stadio della Roma di Tor di Valle doveva essere la prova della solidità della maggioranza pentastellata in Campidoglio e della capacità dei grillini di far funzionare le istituzioni, la prova è miseramente fallita. Cristina Grancio, consigliera comunale e pasionaria dura e pura del “no” al progetto di Tor di Valle, annuncia il suo voto contrario. Lo fa durante la seduta della Commissione Urbanistica e Mobilità. Prima viene poco elegantemente rimbrottata a mezzo agenzie di stampa dal capogruppo M5S in Consiglio comunale, Paolo Ferrara («Probabilmente non sa quello che dice»), poi viene direttamente sospesa dal Movimento, in una moderna riedizione del centralismo democratico. Il parlamentino del Municipio IX Eur, invece, a guida grillina, chiamato in fretta e furia a votare il proprio pare re sul progetto, prima viene baloccato dalle opposizioni in beghe procedimentali, poi, al momento dell’orario di chiusura della seduta, precedentemente stabilito alle 15.30, i 5Stelle tentano il blitz per andare ad oltranza con le opposizioni che prima occupano l’aula al grido di «onestà bla bla bla» e poi iniziano un braccio di ferro con la maggioranza. Fino a che, all’ora di cena, tutti a casa, seduta tolta e parere ancora da pronunciare. Riconvocazione domenica o lunedì con le opposizioni pronte ad «andare dal Prefetto» contro «un sopruso». Lunedì 12 la delibera Stadio entra in discussione in Aula Giulio Cesare per essere votata al massimo entro il 14. Solo in questo modo il Comune avrebbe adempiuto alla sua parte dell’accordo con la Roma: essere pronti per il 15 giugno, data indicata dalla Regione come l’ultima utile per non ricominciare tutto l’iter da zero perdendo, quindi, tre anni di lavoro.
Per entrare in discussione, però, il parere del Municipio e obbligatorio: senza di esso non sii può procedere. In mattinata si era consumato il rito dei pareri (favorevoli) delle Commissioni Lavori pubblici e Ambiente; Urbanistica e Mobilità. Le opposizioni, prima di abbandonare le sedute al momento del voto, hanno evidenziato le carenze della delibera: diminuzione degli investimenti sulle opere pubbliche cui non corrisponde uguale diminuzione delle cubature; uso sbagliato dei fondi; eccessiva fretta dopo mesi di stallo; dubbi di legittimità procedurale. Stessa posizione della Grancio, colpita a strettissimo giro dalla sospensione che commenta: «Sono stata sospesa per aver espresso perplessità finanziario-giuridiche e sollecitato chiarimenti sullo stadio della Roma. Il mio non voto non è contro lo stadio, e neppure dissenso politico. Agli amici pentastellati che mi sospendono per aver cercato di andare oltre i dubbi, dico: o avete le idee confuse, oppure siete in malafede». Infine, nella convulsa giornata, si registra la risposta dell’assessore all’Urbanistica della Giunta Raggi, Luca Montuori, alla lettera con cui il suo predecessore dell’era Marino, Giovanni Caudo, aveva evidenziato tutta una serie di criticità nella nuova delibera. Una risposta, quella di Montuori, che apre più di un interrogativo. Scrive Montuori: “Destiniamo 40 milioni alla Roma -Lido mentre nella precedente delibera vi erano 50 milioni per il prolungamento della linea metro B fino a Tor di Valle per la cui reale realizzazione sarebbero stati necessari circa 200 milioni di euro, così come stimato da Roma Mobilità“. Solo che i 5Stelle avevano sempre affermato che “gli uffici avevano bocciato la metro” non che potesse costare più del previsto.