IL MESSAGGERO (S. CARINA) - Sotto la soglia dei 40 non è mai sceso. Quaranta sono il minimo dei gol che Di Francesco, nei cinque anni trascorsi al Sassuolo, ha subito durante una stagione. E non è un caso che in entrambi i casi abbia centrato i risultati più importanti della sua esperienza emiliana: la promozione in serie A (2012-13) e la qualificazione in Europa League (2015-16). Nelle successive tre annate, dove ha preso 72, 57 e 63 gol, il tecnico abruzzese ha sempre occupato posizioni di bassa metà classifica. Numeri interessanti se confrontati con quanto accaduto in serie A nelle ultime cinque stagioni. In questo periodo chi ha subito 40 o più reti, pur avendo in un paio di casi il miglior attacco del torneo, è riuscito soltanto una volta (la Roma nel 2015-16 con 41) ad arrivare tra le prime tre. Un dato dal quale ripartire anche se le realtà di Sassuolo e Roma sono diverse. La filosofia di Di Francesco, però, è sempre la stessa: «Il mio 4-3-3 rappresenta un calcio propositivo e verticale», ha ricordato mercoledì. E nel presentare l'acquisto di Moreno, ha già lasciato intendere come i giallorossi dovranno abituarsi a giocare con le tre linee strette e compatte ma con la difesa alta: «Essendo la Roma una squadra portata ad attaccare, Hector avrà necessità di coprire tanto campo alle spalle». Tradotto: servono difensori veloci.
MANOLAS ALLA CASSA - E' dunque abbastanza singolare che il difensore più veloce che la Roma ha a disposizione nella sua rosa, Manolas, sia al centro di insistenti voci di mercato e indiziato, insieme a Salah (si aspetta l'ufficialità del passaggio dell'egiziano al Liverpool), a lasciare la capitale. Complice un adeguamento contrattuale mai arrivato, l'agente del greco sta trattando con lo Zenit che deve però ancora formalizzare un'offerta a Trigoria. Non è un mistero che Manolas preferirebbe trasferirsi in Premier e spera quindi in un rilancio del Chelsea, dato per certo dai media del suo paese. Con l'identikit di Moreno tracciato da Di Francesco, il centrale che appare meno consono per il suo gioco è Fazio. Anche con Spalletti, fino a quando la Roma ha giocato con la difesa a cinque e con De Rossi da schermo davanti al reparto, l'argentino ha fatto un figurone, sfruttando la sua capacità aerea e i piedi buoni per far ripartire l'azione. Nel momento in cui Lucio è però tornato a quattro, sono emersi i limiti. Dando credito alle parole di Monchi su Ruediger («Zero possibilità che vada via») rimane Juan Jesus. Ricapitolando: attualmente la Roma ha cinque centrali a disposizione. Potrebbero bastarne anche quattro considerando il 4-3-3 che adotterà il tecnico abruzzese. Non è però da escludere, che qualora parta Manolas e/o Fazio (che Monchi ha già ceduto ai tempi del Siviglia), il ds non dirotti le sue attenzioni su un altro elemento. Lemos, centrale del Las Palmas, sembra essere tra i profili più graditi. Sugli esterni, il ritorno di Florenzi più avanti implica l'acquisto di un terzino destro. I preferiti a Trigoria sono Karsdorp e Zappacosta.