(...) Di Francesco non ha una bacheca stracolma, tuttavia è disseminata di conquiste che sanno di imprese. Da giocatore proprio alla Roma vinse uno scudetto storico. Da allenatore ha regalato al Sassuolo le prime volte in Serie A e, la scorsa stagione, in Europa. Non è andata benissimo: superati i preliminari, è incappato in un girone duro con Athletic, Genk e Rapid Vienna e si è dovuto arrendere. Ora da Spalletti eredita una squadra arrivata seconda, che ha conquistato la Champions diretta. In Italia sarebbe già bello ripetersi, fuori confine si deve fare meglio che in passato. Comunque, Di Francesco è atterrato su un altro pianeta e la domanda è: è pronto?
Noi crediamo di sì. È uno dei tecnici rampanti più interessanti e fa sorridere pensare che lo sia diventato quasi per caso. Eusebio, chiamato così dal padre in onore del campione portoghese, una volta smesso di giocare aveva provato la carriera di team manager: «Ma non faceva per me». Allora, su insistenza del padre, ha fatto il corso allenatori e ha capito «che potevo trasmettere delle idee». Ecco, Di Francesco dovrà puntare tutto sulla forza delle sue idee. A lui piace il bel gioco, come a Spalletti. A lui piace attaccare, come a Spalletti. In questo senso è anche più spregiudicato. Ma non dovrà invertire la rotta alla squadra. In questo è agevolato. Partirà dalla difesa a 4, è certo. E col tridente. Ci si può scommettere sul fatto che sarà una Roma piacevole, divertente, spettacolare. Da allenatore, Eusebio si è preso quasi una partita su due. Poi, se sarà una Roma vincente, dipenderà da tanti fattori (...).
(gasport - F. Bianchi)