IL TEMPO (E. MENGHI) - Si è strappato la maglia di dosso come una liberazione, perché sapeva che il suo gol valeva il pass per la Champions. Decisivo. Ma davanti aveva la sua ex squadra e amente fredda Perotti ha fatto un posso indietro: «Voglio chiedere perdono ai tifosi del Genoa per l'esultanza. Sono rossoblù nel cuore, non avrei mai festeggiato cosi se non fosse stato tanto importante. Chiedo scusa, ma per me e stato bellissimo e Francesco si meritava questa vittoria. Questa partita già non me la sarei dimenticata, dopo il gol me la porterò per sempre nel cuore. Potrò raccontare a mio figlio che ho giocato al fianco di uno dei migliori giocatori al mondo, ho assistito al suo addio alla Roma, non posso chiedere di più al calcio».
Il segno stavolta l'ha lasciato su azione, non dal caro dischetto: «Per me tutti gol sono uguali, rigore o no. Io, da argentino, ho perso due finali in Coppa America su calcio di rigore... Sicuramente fare il gol e dare la vittoria al nostro capitano è stato importantissimo. Non poteva finire in pareggio la sua ultima partita. Mi porterò dietro l’umilta di Totti, come giocatore lo conosciamo tutti, ma per quanto è importante poteva avere un'altra personalità, invece è una persona incredibile, un compagno di squadra fantastico». Un leader che trascina le folle: «Se lo stadio fosse sempre tanto pieno, avremmo potato dare di più. La spinta dei tifosi non possiamo darla noi. Abbiamo vinto grazie a loro . Se il prossimo anno l'Olimpico sarà sempre cosi, allora potremo fare qualcosa di importante». Lui la cosa più importante fatta ieri, al 90'.