LA REPUBBLICA (M. PINCI) - A Trigoria si fanno prove di 4-3-3 e non certo per l’ultima di campionato. Quel modulo è l’unica indicazione che ha dato il nuovo ds Monchi ai propri collaboratori: cercare giocatori adatti a interpretarlo. Deve ancora celebrarsi l’ultimo atto della stagione - quello che domenica contro il Genoa dovrà sancire il ritorno della Roma in Champions ma il dopo-Spalletti è già iniziato. E certo lo schema disegnato dall’ex general manager del Siviglia sembra un indizio su chi guiderà la squadra nel ritiro del 7 luglio tra i monti di Pinzolo. Perché il 4-3-3 è il modulo di riferimento di Eusebio Di Francesco, ormai lanciatissimo verso la panchina romanista: “ragazzo” di 47 anni che ha il vantaggio di conoscere bene l’ambiente, in cui ha lavorato come calciatore e poi pure al fianco di Spalletti da team manager nel 2005-06. Con la Roma ha avuto contatti già diverse settimane fa, motivo che ha convinto l’allenatore a interrompere i dialoghi con la Fiorentina (complice pure un difetto di comunicazione immediato con Corvino) e a prendere tempo col Sassuolo, che non vorrebbe aspettare ancora per annunciare il divorzio e spinge per sapere se l’allenatore sarà sulla panchina del Mapei Stadium pure l’anno prossimo o se orientarsi su profili alternativi come Bucchi. Ma ormai manca davvero poco prima che Di Francesco possa diventare il tecnico della Roma.
È vero, il 4-3-3 è anche il modulo che hanno adottato per tutta la stagione Unai Emery e l’altro ex romanista Vincenzo Montella. Ma i problemi per loro erano diversi: il primo è legato al Psg da una clausola altissima, sui 15 milioni di euro. Inoltre a Trigoria sono da tempo orientati verso la pista “italiana”, ossia allenatori con esperienza della serie A, ma stipendi ancora accessibili. Montella poteva apparire come un profilo adatto, ma i suoi rapporti con il dg romanista Baldissoni sono pessimi dal 2012. Mentre Sousa e Giampaolo - entrambi monitorati - hanno sempre adottato moduli differenti. L’indizio non è una prova, ma ormai la scelta di Di Francesco pare fatta. Così potrà decollare anche il mercato: bisognerà capire chi resta (Dzeko, sicuramente) e chi parte, con Rüdiger in prima fila (ma rischiano pure Manolas, Paredes e Nainggolan, nel mirino dell’Inter). Per sostituirlo a Monchi piacciono Lindelöf e Funes Mori. Chissà se incontreranno il gradimento del tecnico che verrà.