LA REPUBBLICA (F. FERRAZZA) - Da San Siro al Genoa, con destinazione Circo Massimo. Si alza il sipario sulla passerella d’addio di Francesco Totti. E la corsa al biglietto per l’ultima di campionato all’Olimpico del numero dieci è iniziata, nonostante non siano ancora neanche in vendita i biglietti. Col Genoa, il 28 maggio, lo stadio si trasformerà nel palcoscenico finale della grande storia del capitano romanista, e la voglia di esserci travalica le difficoltà che ci saranno per assicurarsi un tagliando. Ma si giocheranno tre gare prima, per consolidare il secondo posto, il passaggio delle quali preparerà mentalmente il numero dieci, oggetto quasi indiscusso nella giornata di ieri delle chiacchiere di social e radio private.
Non si parla d’altro, dalle dichiarazioni di Monchi in poi. «Ha già un accordo con la società che prevede che quest’anno termini il suo percorso da calciatore per cominciare quello da dirigente», le parole del nuovo diesse romanista si sono trasformate in una miccia incendiaria dello stato d’animo di una tifoseria ancora arrabbiata per la sconfitta nel derby. Un filo di malinconia che unisce un po’ tutti, e che serpeggia anche in uno spogliatoio molto vicino a Francesco, che gli ha mostrato affetto anche durante la festa per il compleanno di Nainggolan, mercoledì sera, dopo poche ore dall’annuncio di Monchi. Da domenica sera, a San Siro, ci sarà il saluto di uno stadio che già nella gara contro l’Inter gli ha dedicato un’inaspettata standing ovation. Poi la Juventus, l’eterna rivale, in casa, prima del Chievo, fuori e, appunto, il Genoa in casa. Il dopo per il momento non prevede alcuna partita d’addio, ma un evento, semmai, al Circo Massimo, luogo nel quale Totti festeggiò lo scudetto nel giugno del 2001 e la vittoria della coppa del Mondo nell’estate 2006. Un posto simbolico, al quale Totti è molto legato, perché teatro delle due gioie più grandi della sua carriera. Proprio poco più di un anno fa, quando il giocatore si lamentava per una mancanza di rispetto nei suoi confronti, Francesco si informò con alcune autorità cittadine della possibilità di organizzare un evento per salutare i suoi venticinque anni di carriera in grande stile, nel cuore della capitale, circondato dalle persone a cui è più legato e che più gli vogliono bene. Magari unendo la giornata dedicata alla celebrazione del mito, alla festa per i novant’anni che la Roma compirà a luglio. Se ne riparlerà, nei prossimi mesi, perché non c’è fretta, e il numero dieci deve prima assorbire e metabolizzare un addio al calcio giocato che, se fosse per lui, rinvierebbe di un’altra stagione. Ma il conto alla rovescia è partito, e con il Milan sarà solo il primo tocco degli ultimi quattro. D’obbligo preparare i fazzoletti.