Hanno dormito in pochi ieri sera, è vero. «E figuratevi io», ha detto scherzando Francesco Totti, prima di immergersi nel bagno di folla di Trigoria. Luciano Spalletti è stato chiaro: «Totti giocherà un pezzo importante di partita, quello più importante. Ho avuto la fortuna di poterlo apprezzare da vicino, vedere la qualità delle sue giocate, i suoi tanti gol. In tutto questo c’è poi il suo sentimento: vorrei sentirlo contento della decisione da prendere per il suo futuro». Forse potrebbe succedere già stasera, quando probabilmente Totti prenderà il posto proprio di Spalletti e magari verrà a parlare anche in conferenza stampa.
Spalletti poi è tornato su Totti, ripercorrendo anche alcuni tratti degli anni passati insieme: «Il ricordo più bello del nostro rapporto è la qualità, la forza, la sua personalità. Il carattere è stato fondamentale, quel suo modo di dire: “Datemi la palla e vi faccio vedere io”, togliendo responsabilità agli altri calciatori. È un dono che ci è stato fatto, gli vogliamo tutti bene. Poi, però, ci sono stati anche dei momenti in cui non ho condiviso le sue prese di posizione. In qualcuna di queste qualità che lui ha deve ancora andare in profondità: essere leader di una squadra significa poi donare tutto quello che hai agli altri. Lui lo ha anche fatto, ma agli altri il messaggio a volte non è arrivato. È sempre stato messo davanti a tutto, annullando la qualità degli altri giocatori. Totti da solo non basta e se la Roma non ha vinto niente, c’è da mettere dentro anche il comportamento di Francesco». E l’esempio preso da Spalletti torna addirittura alla stagione 2006-07, quando Totti vinse la Scarpa d’oro: «Quell’anno lì sbagliò sei rigori, ma nessun altro voleva tirarli per rispetto suo. Magari se ne segnavamo qualcuno però si facevano più punti. E questa cosa non mi andò bene». In realtà quell’anno Totti di rigori ne sbagliò addirittura sette (tra campionato e coppe), ma uno solo determinò un danno reale alla Roma, nel pareggio (2-2) contro l’Ascoli. La Roma, alla fine, arrivò però a -22 dall’Inter. Insomma, errori ininfluenti, di certo meno pesanti della Scarpa d’oro.
(gasport)