Gusti imprevedibili e anche tradizione. Cannavacciuolo: «È un vero babbà»

27/05/2017 alle 15:05.
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piace proprio a tutti, anche agli chef stellati. Per Lele Usai anche in cucina, come in campo, il sentimento ha un valore: «In quel cucchiaio servirei uno dei miei piatti preferiti, si chiama “testa e cuore”. È un sandwich con testa di maiale e cuore di gambero rosso. E il nome è perfetto, dice tutto: testa e cuore è quello che Francesco ha rappresentato per noi in questi 25 anni. C’è bisogno che dica altro?». Dillo a Bruno Barbieri: «Pensare che non sia eterno, anche per noi interisti, è pura follia. Il suo cucchiaio è una sorta di piatto che non finisce mai, più lo mangi, più lo vorresti guardare. Nel mio metterei l’essenza del gusto della sorpresa, del sapore, della genialità: un tortellino con brodo di cappone, involucro che racchiude presente e futuro, che davvero vorresti non finisse mai». « è il Colosseo, la terrazza del Pincio, il piano di Venditti, il sorriso dei bambini – dice Alessandro Borghese –. È il simbolo di Roma! E allora un mestolo di cacio e pepe. Un mestolo, sì: il cucchiaio a sta stretto, per il suo grande cuore». Dello stesso avviso anche Antonino Cannavacciuolo: «Nel cucchiaio di metterei sicuramente il meglio, è una persona che rispecchia il calcio in senso assoluto, anzi è il Calcio con la C maiuscola. E il meglio, per me, non può che essere un bel babbà ricco, con la crema fresca pasticcera. Un qualcosa di eccezionale. Di più: per noi napoletani un babbà è una cosa molto seria».

(gasport)