Agnelli testimone a processo del figlio ultrà del boss: «Incontri sì, ma per il tifo»

16/05/2017 alle 13:52.
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Andrea Agnelli è tornato, ieri in Tribunale a Torino, a ribadire la sua estraneità dalla criminalità mafiosa, che secondo la procura di Torino si sarebbe infiltrata nella curva bianconera da anni. Il presidente della è arrivato al Palagiustizia dopo le 10, entrando da un ingresso secondario, senza farsi immortalare dalle telecamere.

I suoi difensori, gli avvocati Domenico Putrino e Ivano Chiesa, hanno sottolineato: «Il nostro assistito è incensurato ed estraneo alla ‘ndrangheta, in nessun passaggio delle carte dell’indagine esiste una sola frase o intercettazione che prova il contrario». Agnelli, dopo aver chiarito ancora una volta di non aver subito alcuna pressione dalla ‘ndrangheta, ha sottolineato: «Nessun mio dipendente mi ha mai riferito nulla di anomalo. Non avendo mai avuto segnalazioni di persone sospette da parte della Digos, eravamo tranquilli». E poi: «Non c’erano trattamenti particolari per i gruppi e sui biglietti non ero a conoscenza di nulla, ma avevo dato indicazione che tutto venisse rigorosamente pagato». Il 26 maggio è previsto l’inizio del processo sportivo.

(corsera)