Ultra’: caso roma e vuoto italia

07/04/2017 alle 15:51.
curva-sud-rientro

"Mi stupisce come non abbia colto alcuni segnali della strategia attuata a Roma. Riappropriazione del territorio, eliminazione del concetto di curva, negazione di qualsiasi leadership e, soprattutto, maniacale, sistematica ricerca della legalità. Non abbiamo infatti alcun dubbio che i mali ultrà nascono e si consolidano all’interno delle curve. Ora siamo a una scelta di civiltà, la rimozione delle barriere. Ma credo che molti non abbiano compreso che non si tratta di una conquista, ma piuttosto di un’occasione che sarà protetta dallo Stato con la stessa medicina: chi sbaglia paga. Le leggi ci sono e noi continueremo ad applicarle". (Roberto Massucci, Capo di Gabinetto di Roma)

Risponde Franco Arturi:

Considero importante la sua breve analisi della deriva di una fetta cospicua di ultrà (non di tutti, ovviamente). Disgraziatamente, non si tratta di un patrimonio culturale comune del calcio italiano. Non è possibile ipotizzare che l’argomento possa essere lasciato alla sensibilità e alla buona volontà delle singole questure: manca, appunto, un quadro d’insieme. Il prolungato «sciopero» dei curvaioli della Roma, infatti, è avvenuto dopo che i suoi abitanti avevano comunque comprato i relativi abbonamenti, marcando così il territorio. Se noi consentiamo infatti l’acquisto di 15.000 abbonamenti in un settore a scelta dell’acquirente, siamo punto e a capo: l’effetto branco e di proprietà non sarà rimosso.

Mi chiedo perché, per esempio, la squadra della Roma al completo abbia inteso omaggiare i rientranti nella , che era piena in diverse altre precedenti partite di coppa: ma quegli spettatori «normali» non hanno ricevuto alcun omaggio prepartita.

(gasport)