LA REPUBBLICA (L. D'ALBERGO) - Manca la variante al piano regolatore, il vincolo del Mibact sull’ippodromo di Tor di Valle non è stato ancora superato: così ieri — era però nell’aria da giorni — l’iter per la realizzazione del nuovo stadio della Roma si è chiuso con «esito negativo». Per una conferenza dei servizi che si chiude, però, eccone un’altra pronta ad aprirsi. «Voglio rassicurare investitori e tifosi — spiega il capogruppo M5S Paolo Ferrara — lo stadio della Roma si farà». Dal Campidoglio, poi, assicurano che «la prima pietra verrà posata nel 2018». E i proponenti fanno eco al Comune: entro il 15 giugno sarà tutto in ordine. A patto che l’assemblea capitolina, in particolare la maggioranza grillina, non tiri brutti scherzi: per quella data la variante al prg dovrà essere approvata in aula Giulio Cesare.
Per far ripartire la trattativa e porre fine alla telenovela i tecnici del dipartimento Urbanistica e quelli di Eurnova si incontreranno già oggi: il Campidoglio, in pressing, chiederà di avere al più presto un piano particolareggiato per dare il via al nuovo iter. Passaggio in giunta, nei municipi, negli uffici e poi in consiglio: insomma, le scadenze sono serrate. Una corsa contro il tempo che nelle idee di Palazzo Senatorio e della As Roma, dovrebbe portare a una conferenza lampo: recependo il lavoro svolto fino ad ora, dovrebbe consentire di chiudere la partita stadio in due mesi.
Previsioni ottimistiche secondo il Pd. Dall’onorevole Marco Miccoli ai consiglieri Giachetti e Palumbo, ieri i dem hanno puntato il dito contro la gestione pentastellata: «Ha affossato il progetto». E neanche l’assessore all’Urbanistica della Regione, Michele Civita, è stato morbido: «Si chiude una prima fase richiesta dal Comune che, per sette mesi, ha impegnato molte amministrazioni a decifrare pareri confusi e contraddittori». L’osservazione della Pisana non è certo passata inosservata in Campidoglio. Nelle prossime settimane il direttore generale Franco Giampaoletti e il segretario generale Pier Paolo Mileti inizieranno a lavorare a una macrostruttura 2.0 per sostituire quella disegnata dall’ex capo del Personale Raffaele Marra e finita pure nelle chat dei “quattro amici al bar”. Nel nuovo organigramma, dopo il caos Tor di Valle e sulla falsariga di quanto già realizzato dai due manager a Genova, ci sarà anche una direzione Progetti speciali: le migliori professionalità — già partiti i colloqui — comporranno una task force per la gestione dei casi più delicati, dai Mercati generali all’emergenza buche. Ed è prossimo all’approdo in giunta anche il nuovo interpello via web: i dirigenti potranno inserire il loro curriculum su una piattaforma online e per tre mesi (rinnovabili) e concorrere per le posizioni che il Comune di volta in volta aprirà.