IL TEMPO (A. SERAFINI) - Prosegue senza sosta il giro di saluti per Monchi, ormai pronto a lasciare la Spagna per iniziare la nuova avventura in giallorosso. Nonostante il viaggio londinese alla corte di Pallotta, il diesse preferisce ancora non svelare tutte le carte, lasciando un alone di mistero sulla sua futura destinazione. L’ipotesi di trasferirsi al Psg però non trova riscontri neanche di fronte alla possibilità di ritrovare il compagno di vittorie Emery in panchina: «Mi piacerebbe tornare a lavorare con lui perché è un grande allenatore e ai direttori sportivi piacciono i bravi allenatori. Ma in generale ne ho avuti molti bravi, Unai è soltanto l’ultimo in ordine di tempo e quindi è ricordato maggiormente». Monchi infatti sembra essere più ferrato sull’attualità giallorossa, rimanendo comunque sempre a debita distanza: «Della Roma preferisco non parlarne, perché non sono lì c’è un direttore sportivo che è Massara, quindi non è giusto o opportuno parlarne. Conosco il lavoro di Spalletti e so che sta facendo una grande stagione. Con la società ho avuto giusto un paio di contatti per sapere quello che vogliono da me e per ascoltare quello che posso dargli». Difficilmente però «Ramon» avrà l’opportunità di lavorare insieme al tecnico toscano, intenzionato a lasciare la capitale al termine della stagione. Nella lista dei sostituti (studiata anche da Monchi) rimane in pole la pista italiana che porta a Sarri, bloccato però da una clausola rescissoria da 8 milioni che vale dal 2018 e dalla scarsa volontà del patron del Napoli De Laurentiis di lasciare partire il proprio tecnico alla volta di una diretta concorrente.