Stracittadine e tombole di Natale

03/03/2017 alle 13:30.
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IL TEMPO (G. GIUBILO) - Durante le feste di Natale, tanti e tanti anni fa, quando la maggioranza dei lettori di questa rubrica non erano ancora nati, arrivava il momento tremendo, quello che avevi sperato non accadesse e invece, talvolta, si verificava. La somma ingiustizia era dietro l’angolo. Mentre eri concentrato sulle cartelle della tombola, all’improvviso udivi un singhiozzare, dapprima sommesso per poi esplodere in un irrefrenabile pianto a dirotto. Non potevi sbagliare, era lui, il bambino più antipatico tra quelli intorno alla tavola, quello al quale avresti dato volentieri un pugno e invece, consolato da una sfilza di parenti ancor più antipatici di lui, con voce quasi incomprensibile iniziava a lamentarsi: «Non vinco mai. Quello con la maglietta gialla e rossa mi batte sempre, io non riesco a vincere». Già lo sapevi cosa stava per succedere. Sua nonna, quella proprio odiosa, sarebbe arrivata a chiamare numeri mai usciti pur di accontentare quel piagnucoloso impiastro.

Lo ritenevo insopportabile, però col tempo ho imparato a capire che nella vita non puoi sempre umiliare i tuoi avversari. Ogni tanto è normale dargli la sensazione di averti battuto, altrimenti si lamentano della provincia di provenienza dell’arbitro, dei rigori, giusti, che danno a te, mentre sorvolano su quelli, inventati che fischiano a loro favore. Sono quelli che avevano combattuto per le barriere, dimenticandole alla terza vittoria. Sono quelli che si lamentano delle partite interrotte per gli odiosi cori razzisti, salvo ripeterli per tutta la gara. Sono come quel bambino odioso al tavolo della tombola. I numeri sono e resteranno sempre dalla tua parte, ma non è bello approfittarsi sempre dei più deboli, talvolta è doveroso lasciar loro le briciole. Goditi questa piccola soddisfazione, ma stai attento a non esagerare, non si sa mai. Bambino odioso.