LA REPUBBLICA (M. FAVALE) - Basteranno altri 30 giorni (forse anche di più) perché Comune e As Roma producano gli atti necessari per ottenere il via libera allo stadio a Tor di Valle? E servirà una nuova conferenza dei servizi oppure sarà sufficiente portare a conclusione quella avviata lo scorso 3 novembre? Sono questi gli interrogativi che accompagneranno per il prossimo mese il progetto della nuova arena che (nelle speranze della società) dal 2020 dovrebbe ospitare le partite dei giallorossi. Ieri, come annunciato, Eurnova, la società del costruttore Luca Parnasi, ha inviato alla Regione Lazio la richiesta di sospensione della conferenza dei servizi «per un termine non inferiore a trenta giorni» Potrebbero essere anche di più, dunque, con tempi che andranno concordati tra Comune e As Roma e poi sottoposti al vaglio di una conferenza dei servizi che presenta due peculiarità: è la prima volta che viene applicata la legge sugli stadi ed è la prima volta che si affronta una conferenza simile dopo la riforma Madia che ne dovrebbe facilitare le procedure.
Nel frattempo, l’obiettivo della sospensione avanzata da Eurnova è «superare le criticità e definire il procedimento con esito positivo», recita la lettera inviata alla Regione. È l’effetto dell’accordo (al momento tutto politico) chiuso in Campidoglio la sera del 24 febbraio, con la Roma che ha rischiato l’incidente diplomatico: l’esultanza della società con il plauso alla giunta M5S, infatti, ha irritato il Pd che guida Regione e governo e che, finora, si era speso per spianare la strada al progetto. Per evitare strappi, il dg giallorosso, Mauro Baldissoni, sabato in una dichiarazione ha dovuto evidenziare il ruolo «egregio» della giunta Zingaretti.
Dal punto di vista dei tempi, intanto, il prossimo mese servirà alla Roma per formalizzare il nuovo disegno che taglia i metri cubi finali da un milione a circa 500 mila. Il nodo vero è quello relativo alle opere pubbliche e alla delibera comunale che assegna al progetto “l’interesse pubblico”. La lettera di Eurnova di ieri formalizza l’intenzione del Campidoglio a trazione M5S di «ridefinire» la delibera 132, quella con la quale nel 2014 la maggioranza guidata da Ignazio Marino concesse l’interesse pubblico sull’opera prevista a Tor di Valle.
I prossimi 30 giorni serviranno al Comune a modificare quell’atto alla luce del taglio delle cubature (e di alcune opere pubbliche). Prima, però, già la prossima settimana, la Roma dovrà produrre «eventuali osservazioni » in merito proprio alla delibera e alle opere pubbliche relative alla mobilità su cui la Regione assicura di voler «vigilare ».
Tra i motivi addotti da Eurnova per richiedere la sospensiva della conferenza, inoltre, c’è anche l’iter di vincolo sulle tribune dell’Ippodromo di Tor di Valle avanzato dalla Soprintendenza Archeologica, alle Belle arti e al paesaggio e che i proponenti sperano di poter superare grazie all’intervento dello Stato. Ma non solo. I proponenti dovranno venire incontro anche a una nota del 14 febbraio con cui la Regione «ha comunicato la sussistenza di “motivi ostativi” alla pronuncia favorevole di compatibilità ambientale». Domani la riunione della conferenza che accoglierà la richiesta di slittamento. Poi, verranno riattivati i “tavoli tecnici” tra Campidoglio e As Roma.