IL MESSAGGERO (B. SACCÀ) - Già diciotto sono stati finora i derby (romani) serviti dalla Coppa Italia sul tavolo delle 69 edizioni disputate. Con i due del 2017, saremo a 20 tondi e ne deduciamo che certamente la Roma continuerà a condurre il bilancio complessivo, se è vero che a oggi ha raccolto nove vittorie e tre pareggi, firmando 21 gol. Quanto alla Lazio, ha conquistato appena sei successi e ha segnato 17 reti: ma è chiaro che un trionfo in particolare valga quanto nessun altro; e brilli fra tutti. Per richiamarlo alla memoria, non occorre il risultato o l'anno: basta un giorno, una data. Il 26 maggio. Tutti sanno, e nessuno dimenticherà. Né sul versante giallorosso, né tra le pieghe della famiglia biancoceleste. Il derby del 26 maggio (del 2013) si giocava alle ore 18 all'Olimpico: proprio al 26' della ripresa Lulic regalò un passaggio per i gironi dell'Europa League (e per la gloria) alla Lazio; e da allora, come gratificazione, può vestirsi di un doppio cognome, strano, a rifletterci, perché ampliato da un numero dispari: Lulic-settantuno. Tutto attaccato? Tutto attaccato, ovvio. È stato l'ultimo, il derby del 26 maggio, della grande saga della coppetta nazionale. Tanto per inquadrare la questione, il primo si giocò non più tardi di...81 anni e un mese fa. Era il 19 gennaio del 1936, per l'esattezza: e la Lazio vinse grazie alle reti dei lontanissimi Piola e di Camolese, inutilmente temperate dal gol del romanista Gadaldi. Le sfide cittadine più ricche di palpiti, però, sono andate in scena nel 1958 e nel 98. In entrambe le occasioni ad attentare ai cuori dei tifosi è stata l'esagerazione di cinque gol complessivi: 3-2 in favore dei biancocelesti nel 58; ancora un 4-1 laziale quarant'anni più tardi, durante la stagione dei quattro derby persi in sequenza dalla Roma di Zdenek Zeman. Al di là della pioggia di gol, va chiarito comunque che il capocannoniere dei derby di coppa non supera il traguardo minimo dei tre gol: e altri non è che Humberto, un brasiliano laziale degli anni Cinquanta e Sessanta. Invece il romanista Santarini risulta il più presente con sei apparizioni. Venendo agli allenatori, a Helenio Herrera è data la palma del tecnico più assiduo nei derby di coppa con quattro panchine.
IL GIRONE - Da sempre amica intima della noia, specie negli ultimi 15 anni, la Coppa Italia si è però inventata qualche stravaganza nelle gare romane. Il 9 settembre del 1984, per citarne una, si giocò un derby valido per la fase a gironi del torneo. Sì, al tempo si disputavano addirittura i turni preliminari della competizione. A centrare i tre, anzi, i due punti furono i giallorossi, che indovinarono la via della porta grazie a un rigore di Iorio e a un gol di Di Carlo. Poi la Roma, guidata da Sven Goran Eriksson, saltò l'ostacolo del raggruppamento da capolista, mentre la Lazio di Paolo Carosi fermò la propria corsa al terzo posto, mancando l'appuntamento con la qualificazione. E pensare che un pareggio avrebbe accreditato entrambe le romane...
LA LUCE - Ma, a ben vedere, l'episodio più particolare, e spettacolare, e storico, e pazzo, risale al 7 settembre del 69. Per tutti è rimasto e rimarrà nei ricordi come il «derby della luce». Perché?, domanderete. Perché, a pochi minuti dal fischio della conclusione, sullo stadio Olimpico calò il buio completo per via un'interruzione dell'energia elettrica, che portò l'arbitro Lo Bello alla decisione di sospendere la partita. Incredibile. In vantaggio già per 1-0, i giallorossi vinsero comunque a tavolino per 2-0. A stringere, dunque, oggi (e il 4 o il 5 aprile, non si sa ancora) la Roma e la Lazio si sfideranno nelle semifinali della Coppa Italia per la seconda volta nella storia: nella prima (e unica) occasione i giallorossi di Capello volarono in finale liquidando i biancocelesti di Mancini con un doppio successo. In particolare, il 5 febbraio del 2003, a decidere il duello furono Cassano, Emerson e Fiore. Il 16 aprile successivo, invece, un gol di Montella soffocò le speranze biancocelesti e prese per mano la Roma, accompagnandola verso un sogno.