IL TEMPO (A. SERAFINI) - Il futuro è dietro l’angolo e la programmazione costringe ad accelerare i tempi per non lasciarsi trovare impreparati. Ci sono ancora molti tavoli aperti sull’agenda di James Pallotta, atterrato a Roma con l’intenzione di applicare le ultime decisioni prese negli uffici di Boston e allo stesso tempo esaminare da vicino le restante questioni rimaste in stand by. Se il discorso legato ai rinnovi contrattuali di giocatori e dirigenti può essere, per motivi differenti, affrontato più avanti, continua a rimanere prioritario il destino giallorosso di Luciano Spalletti, partito ieri alla volta di Firenze dove trascorrerà un paio di giorni di riposo in vista della ripresa degli allenamenti a Trigoria fissata per il prossimo giovedì. Anche perché l’appuntamento è già stato concordato: prima della ritorno di Pallotta negli States, il tecnico si confronterà con il presidente in un colloquio privato per discutere di tutte le situazioni che al momento lo stanno allontanando dalla possibilità di prolungare la sua avventura in giallorosso. Situazioni poco digerite durante l’ultimo anno e mezzo passato e Trigoria e chiarimenti sui programmi che riguarderanno le strategie di competitività del club nel breve periodo. Risposte che in teoria potrebbero ancora cambiare il corso degli eventi, nonostante la certezza che nell’immediato difficilmente si potrà assistere ad un cambio di linea. Come confermato dallo stesso Pallotta al termine della gara con il Sassuolo: «Non sono affatto preoccupato, ma non voglio rivelare a voi le nostre strategie sul futuro. Negli ultimi 4 anni siamo arrivati 2 volte secondi, siamo sul la strada giusta. Vedo molti nomi importanti in squadra, ci sono tanti nostri giovani interessanti che giocano in giro per l’Italia e non vogliamo spendere stupidamente i nostri soldi. Abbiamo bisogno del nuovo stadio per competere con le grandi squadre come Barcellona e Real Madrid e continuare a crescere. La Juventus ha 360 milioni di fatturato, noi con il nuovo impianto investiremo di più. Adesso non voglio spendere 100 milioni per nomi che poi non servono alla squadra».
Poche righe per descrivere un concetto ribadito più volte (fondamentale l’ arrivo diretto in Champions League) e che non verrà stravolto almeno fin ché non si compiranno passi decisivi sul progetto stadio. Un programma ben chiaro anche all’allenatore, intenzionato però a capire con quali margini di manovra ci si potrà spingere per cercare comunque di diminuire la distanza tecnica con la Juventus in Italia e per continuare a migliorarsi anche in Europa. Un classico e normale gioco delle parti: dopo la prima mossa avanzata da Pallotta, «noi vogliamo continuare con Spalletti, ora la decisione spetta a lui», il tecnico ribalterà le responsabilità cercando le certezze che la società dovrà garantirgli. Altrimenti le strade si divideranno. Nel frattempo le riunioni strategiche del club si sono concentrate nella lunga giornata passata ieri negli uffici dello studio Tonucci, dove il numero 1 romanista ha incontrato, insieme al dg Baldissoni e all’ad Gandini, gli stati generali dell’area commerciale (presenti anche il Ceo della Raptor Robert Needham e Kaitlyn Colligan, uno dei nomi che potrebbero ricoprire la carica di nuovo direttore marketing). In mattinata è stato avvistato anche il diesse Massara, passato per un punto sulla situazione, che a causa di un ritardo sugli appuntamenti precedenti, è stato rimandato ad oggi. Con la figura dello spagnolo Monchi che continua ad aleggiare intorno al futuro della Roma, rimane comunque sotto stretta valutazione l’ intera area tecnica del club.