La Roma si mobilita per provare a giocare la decisiva sfida contro il Lione in uno stadio pieno. Difficile, ad oggi, perché le parole del tecnico dopo Palermo («Se avessimo 60mila spettatori partiremmo con un gol di vantaggio») sono quasi cadute nel vuoto: 13mila tagliandi venduti, 1.000 tifosi del Lione attesi. Insomma, la remuntada che la Roma è chiamata a fare, almeno per adesso, non partirà dagli spalti.
Spalletti domenica ha sottolineato quello che è un pensiero diffuso quasi unanimemente all’interno dello spogliatoio: la Roma avrebbe bisogno della parte più calda del tifo. «Ho provato a pensarci ma l’atteggiamento dei nostri tifosi non lo riesco a capire. La Roma meriterebbe lo stadio pieno per quanto fatto in questi due anni, si vede che ci tengono a noi, ma così non si fa bene alla Roma». La Sud ha risposto con un comunicato ufficioso: «Se vi siete resi conti che la Sud è indispensabile – si legge tra l’altro – fate ancora in tempo a battere i pugni sul tavolo contro Prefetto e Questore. Chi vorrà andare, vada. Noi non ci saremo per i soliti motivi. Speriamo che Spalletti abbia detto un’idiozia in buona fede».
Sono lontani i tempi in cui, per provare rimonte, l’effetto Olimpico contava come e quanto un giocatore: 68mila tifosi con il Dundee più di 30 anni fa, 65mila con lo Slavia Praga nel 1996, 71mila contro l’Arsenal nel 2009. Giovedì, se si arriverà a 30mila, sarà un successo.
(gasport)