IL MESSAGGERO (A. ANGELONI) - La statistica era contro, ma tutto il resto, cioè voglia, pubblico, consapevolezza, mezzi tecnici, era dalla parte della Roma. Ma poi è finita come volevano i numeri e i precedenti, che raccontavano delle difficoltà per il ribaltone. Perché nelle ultime sei occasioni in cui la Roma ha raggiunto gli ottavi di finale di coppa Uefa o Europa League non è mai riuscita a superare il turno: l’ultima volta è roba di Zeman primo atto, stagione, 1998-99, quando i giallorossi arrivarono ai quarti di finale per poi essere eliminati dall’Atletico Madrid con arbitro van der Ende, come dimenticare quella serataccia dell’Olimpico dopo l’1-1 del Calderon. E le ultime sei volte che la Roma ha perso la partita d’andata in trasferta (a Lione, l’ultima, 4-2), è sempre stata eliminata. Situazione ribaltata nel 2003/2004 contro il Gaziantepspor (Coppa Uefa), l’ultima perla ormai è di tredici anni fa.
FARAONE AMAREGGIATO - Ma i numeri non placano l’amarezza, specialmente quella di El Shaarawy, cambio azzeccatissimo di Spalletti contro il Lione. La spiegazione dell’ex Milan è ovvia e amara. «La partita di andata». Perché la Roma non ha nulla da rimproverarsi stavolta. Ha fatto tutto quello che doveva fare e poteva fare. «Abbiamo da recriminare poco se non i 4 gol incassati all’andata. Abbiamo fatto la partita, creato tante occasioni. Purtroppo è andata male», le parole di Stephan. Di positivo rimane poco in questa nottata. «Abbiamo vinto ma non è bastato. Ci credevamo molto in questa Europa League, ora ci concentriamo su campionato e sul ritorno di Coppa Italia». E pure lì servirà un’altra rimonta (non remuntada, per favore, ndr). C’è fiducia da parte di El Shaarawy. «La Roma è stata brillante, non è affatto stanca. Solo nell’ultimo periodo abbiamo fatto passi falsi. Questa squadra è forte, dobbiamo ripartire dal successo con il Lione, che purtroppo non è bastato, ma siamo fiduciosi per il seguito del campionato».