Per Pallotta e la Roma, marzo sarà un mese cruciale. Il circoletto rosso del presidente è sul numero 3, il giorno della chiusura della Conferenza dei servizi che chiarirà definitivamente gli scenari sullo stadio a Tor di Valle. Che il destino di Pallotta alla guida del club sia legato alla costruzione del nuovo stadio fa parte della vulgata del Grande Raccordo Anulare, ma è discorso prematuro e, forse, persino opposto rispetto alla realtà, a leggere bene tra le righe. Sopra le righe, invece, una certezza c’è già: il passo più lungo, quello che va da un Defrel che non arriva a un Manolas in predicato di salutare, quello che un domani garantirebbe di avvicinare la Roma al fatturato della Juventus , di fatto resterebbe un miraggio senza Tor di Valle.
Pallotta deve risolvere anche le questioni contrattuali di Spalletti, Totti e De Rossi. L’appuntamento che dirigenza e Spalletti si sono dati per sciogliere il nodo coincide più o meno con la tempistica dello sbarco a Roma di Pallotta: naturale che il tecnico voglia garanzie sulle prospettive di crescita del club. «Non sono tornato qui per altri secondi posti», ha sempre ripetuto. E il continuo richiamo all’ossessione della vittoria, oltre che un messaggio deciso ai giocatori, è un evidente sottotitolo alle responsabilità della società.
(gasport)