Scandurra: «No alla riduzione di ponti e strade Sui trasporti si rischia un pasticcio»

28/02/2017 alle 13:26.
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IL MESSAGGERO (L. DE CICCO) - «La sforbiciata alle cubature di è sacrosanta, prima c'era chiaramente una sproporzione. Ma questo taglio non può essere fatto a discapito delle opere pubbliche. Mi preoccupa soprattutto il piano trasporti, rischia di essere un pasticcio che peserà negativamente sull'intero quadrante». A parlare è Enzo Scandurra, docente universitario ed ex direttore del dipartimento di Urbanistica della Sapienza.

Professore, cosa non la convince dell'accordo tra Campidoglio e privati?
«Il taglio delle volumetrie, se fatto sulla parte commerciale, può essere giudicato positivamente, considerata la colata di cemento da un milione di metri cubi che era stata programmata all'inizio. Ma ora è importante controllare che anche l'impianto delle opere pubbliche non venga stravolto, altrimenti la pubblica utilità dell'opera potrebbe decadere».

Di sicuro salterà il prolungamento della metro B. E anche uno dei due ponti carrabili previsti nell'area, dato che il nuovo ponte a carico dei privati ora viene considerato «alternativo» al ponte dei Congressi.«Sarebbe un errore, considerato che in quell'area dovranno arrivare 55mila tifosi durante le partite più i lavoratori degli uffici che nasceranno. Anche il potenziamento della via del Mare-Ostiense andrebbe rimodulato, dato che è previsto solo fino al Raccordo anulare, mentre le criticità maggiori, su quella strada, si registrano nella parte successiva, verso il litorale».

Che effetti produrrebbe questo intervento sulla circolazione stradale?
«Il rischio è che con questo sistema dei trasporti, e una ferrovia Roma-Lido con solo due treni nuovi rispetto ai quindici che erano stati preventivati, i vantaggi per la collettività da questa operazione siano piuttosto limitati. Anzi, al termine dell'intervento, la situazione della viabilità potrebbe addirittura peggiorare. Per questo sono convinto che le infrastrutture non possano essere ridotte oltre una certa soglia. E mi stupisce la mancanza di trasparenza da parte della giunta».

In che senso?
«Su questo accordo mi sembra che non ci sia ancora sufficiente chiarezza. Mancano i dettagli, si conoscono solo alcune dichiarazioni piuttosto vaghe e, in alcuni casi, inquietanti. Come il fatto che le opere pubbliche potrebbero essere realizzate in due tempi. Alcune insieme alla costruzione dello stadio, altre dopo. Questo scenario sarebbe pericoloso».

Perché?
«Mi chiedo: chi controllerà che i lavori proseguano dopo l'inaugurazione dello stadio e soprattutto dei negozi e degli uffici che interessano ai privati? Se queste opere pubbliche non venissero realizzate, cosa succederebbe? A quel punto non avrebbe più senso revocare l'autorizzazione a costruire. Sono temi a cui dovrebbe interessarsi un assessore all'Urbanistica, che a Roma al momento non c'é».