IL TEMPO (S. MANCINELLI) - Sciarpe al collo, rigorosamente giallorosse. Ragazzini, adulti scappati a fine turno ancora con le divi seda operai indosso, anziani, uomini e donne che hanno sfidato la pioggia per non mancare l’appuntamento «clou» con il destino del nuovo impianto a Tor di Valle e tifare «forza stadio». Ma il sindaco Virginia Raggi si è presentata in Campidoglio quattro ore più tardi rispetto alle previsioni dei manifestanti, a causa di un lieve malore che l’ha costretta a un breve ricovero all’ospedale San Filippo Neri. I sostenitori del progetto sono arrivati da tutta Roma per seguire l’incontro tra il Campidoglio e i vertici della società proponente. In molti hanno interpretato il ricovero in ospedale come un modo per procrastinare una decisione già troppe volte rimandata. «Sì allo stadio. Basta melina», recitava lo striscione in stile Curva Sud esposto all’esterno del palazzo del Comune. E ancora cori per incitare il primo cittadino a dire «sì»: «Virginia, famo sto stadio!». L’ordine pubblico non ha avuto bisogno di affannarsi, consideratala manifestazione pacifica, forse freddata dalla pioggia.
Ma nel tardo pomeriggio, ancor prima che la riunione avesse inizio, la batosta della Questura: «I partecipanti alla manifestazione a sostegno del progetto relativo al nuovo stadio che si è tenuta questo pomeriggio (ieri ndr) in piazza del Campidoglio – si legge in una nota – sono stati tutti ripresi dalle telecamere della polizia scientifica. La Digos della Questura di Roma è già al lavoro per identificare le persone che saranno deferite all’Autorità Giudiziaria». Oltre al danno, pure la beffa. Infreddoliti, bagnati, distrutti da un’attesa lunga quanto due partite con supplementari e rigori, se la vedranno ora con la Questura. Dal vecchio Olimpico, che alcuni di loro non vedono dalla guerra con le barriere, al nuovo stadio che non “s’ha da fare“, prosegue la passione dei tifosi giallorossi. «Tor di Valle può essere un’opportunità, non solo perla Roma – dice un ragazzo – ma soprattutto per Roma. Se la lasciano sfumare perderemo ancora una volta la possibilità di essere grandi. Come città e come squadra».