LA REPUBBLICA (G. CARDONE/A. SORRENTINO) - Magari l’intento non era quello, ma il tango che Roberto Mancini ha ballato sabato sera in tv da Milly Carlucci (con stile non proprio fluido, a dire il vero) è stato metaforico e profetico al tempo stesso. Si va verso un’estate che sarà caratterizzata dal gran valzer delle panchine, in Italia e nel resto d’Europa, e si parla degli scranni più ambiti, mica roba di secondo piano.
Dal Barcellona al Chelsea, dalla Juventus all’Inter alla Roma, dall’Atletico Madrid all’Arsenal, passando pure (forse) per il Manchester City o il Real Madrid, si annusa aria di grandi cambiamenti. Per l’Italia la notizia più succulenta riguarda ovviamente Antonio Conte, che da qui alle prossime settimane deciderà il da farsi, ossia se lasciare il Chelsea (assai probabile) per tornare in Italia, dove ha offerte interessantissime. La più ghiotta è quella formulata dall’Inter un mese fa, e il tecnico la tiene in gran conto, anzi avrebbe già pronto un piano di sbarco nel mondo nerazzurro perché ha già individuato gli uomini che potrebbero seguirlo a Milano. Ma anche Roma e Milan, raccontano gli spifferi, sono interessati alle mosse di Conte, insomma lo seguono con interesse, perché nell’ambiente tutti sanno che Antonio vorrebbe proprio tornare a casa. Pressoché impossibile invece, anche in caso di ribaltoni societari, un ritorno alla Juventus, dove comunque Allegri starebbe per salutare la compagnia per approdare in Inghilterra: i contatti con l’Arsenal, dove Arsène Wenger è in procinto di lasciare dopo 21 anni, sono avviatissimi, ma non bisogna dimenticare che anche il Chelsea aveva pensato ad Allegri in passato e quella pista è calda. Per il dopo-Allegri, il nome più importante è quello di Luciano Spalletti (la Roma andrebbe su Gasperini o Di Francesco), antica passione di Beppe Marotta e numero uno nelle preferenze, ma la Juve osserva anche il portoghese Leonardo Jardim, alla terza stagione al Monaco.
Tra Spagna e Inghilterra i movimenti sono numerosi. È certo l’addio di Luis Enrique al Barcellona; per il sostituto in pole c’è Ernesto Valverde ora all’Athletic Bilbao, o Mauricio Pochettino, che dopo tre stagioni eccellenti al Tottenham ha un sacco di estimatori in giro per l’Europa, comprese le altre due londinesi Chelsea e Arsenal, se decidessero di mollare la pista dei tecnici italiani (a quel punto il Tottenham penserebbe proprio a Mancini, che così mollerebbe i balli televisivi). Occhio alla mina vagante chiamata Diego Simeone, per niente sicuro di rimanere all’Atletico Madrid: l’Inter ha già pensato a lui attraverso Javier Zanetti (se saltasse Conte) ma anche in Inghilterra molti pensano a lui, compreso il Manchester City, che è appeso alle lune e ai dubbi di Guardiola. Pep ha già manifestato la volontà di mollare in un futuro non lontanissimo, e se la stagione finisse male potrebbe anticipare l’addio. Legati ai risultati sono anche Zinedine Zidane al Real (Florentino Perez è impaziente per definizione e se non vince grandi trofei si innervosisce) e Unay Emery al Psg, che però dopo l’impresa sul Barcellona nell’andata degli ottavi di Champions è più sereno. Solo due grandi allenatori sembrano non partecipare al gran ballo: Mourinho al Manchester United e Carlo Ancelotti al Bayern Monaco. E nemmeno hanno ricevuto uno straccio di invito da Milly Carlucci, a quanto si apprende. Sopravviveranno.