IL MESSAGGERO (S. CANETTIERI) - A mischiare le carte in tavola sullo stadio di Tor di Valle ci pensa Beppe Grillo: calciando la palla in tribuna. Il leader del M5S esce dall’incontro con la maggioranza in Campidoglio (assente la sindaca Virginia Raggi, presenti anche i presidenti dei municipi) e prima di ritornare all’hotel Forum sgancia la dichiarazione che fa andare su tutte le furie i proponenti del progetto e l’As Roma. Sullo stadio «nessuno dice di no: c’è una discussione sulla collocazione che attualmente è prevista in una zona a rischio idrogeologico. Si discute solo su dove farlo, magari in una zona non a rischio». «Nessuno dice di No, diciamo di Sì ma in una parte che non sia quella» di Tor di Valle, afferma Grillo che ribadisce: «È meglio farlo in una zona che non esonda». Parole, quelle del leader pentastellato, che vengono interpretate dalle imprese proponenti così: «Dopo 5 anni di lavori su un progetto in stato avanzato di approvazione nel rispetto di leggi, regolamenti e delibere, non è in alcun modo ipotizzabile un sito alternativo a Tor Di Valle». L’area, spiegano i costruttori, è «sicura dal punto di vista idrogeologico». E anzi il progetto, è la versione seppur controversa dei proponenti, va «a sanare il rischio idrogeologico presente nel quartiere limitrofo di Decima, ben al di fuori del sito dove verrà progettato lo Stadio e dove abitano oltre 10 mila romani». Ma è la reazione del presidente dell’As Roma a provocare il frontale con Grillo. «Il No sarebbe un disastro»: la voce del padrone alla fine si è fatta sentire. James Pallotta twitta dagli Usa: «Ci aspettiamo un esito decisamente positivo dall’incontro in programma venerdì» è il messaggio con cui il presidente giallorosso traccia la linea che da Boston fino a Roma la proprietà Usa si aspetta di trovare nel meeting in Campidoglio, inizialmente fissato per ieri e poi improvvisamente slittato a domani. «In caso contrario - l’avvertimento del tycoon statunitense - sarebbe una catastrofe per il futuro dell’As Roma, del calcio italiano, della città di Roma e francamente per i futuri investimenti in Italia». Le parole di Pallotta arrivano dopo un lungo silenzio da parte del presidente, che ha affidato la partita stadio al fidato dg Mauro Baldissoni e al costruttore Luca Parnasi. Il businessman, tuttavia, potrebbe decidere adesso di anticipare il ritorno in Italia (fissato al momento per la metà di marzo) se la situazione dovesse richiederlo. Con questa uscita pubblica via social, intanto, Pallotta mette in chiaro i rischi del No e la possibile ricaduta sul club di Trigoria, con annessa la reazione dei tifosi della Roma. Strategie. Così come in molti vedono nelle parole di Grillo una mossa per alzare la posta e quindi diminuire le cubature a 24 ore dall’incontro decisivo in Comune. Con Virginia Raggi che, assicura sempre Grillo, parlerà «tra due giorni». Anche perché, come spiega sempre il Capo del M5S, «la scelta spetterà a lei e ai consiglieri». Dunque al di là delle tensioni la trattativa va avanti.
LA STRATEGIA - Il Campidoglio ha dato mandato agli uffici (Avvocatura e dipartimento urbanistica) di revisionare la delibera sulla pubblica utilità votata dall’amministrazione di Ignazio Marino a dicembre del 2014. Non si tratta di un annullamento né di una revoca, bensì di una rimodulazione. Che poi sarà votata dal consiglio comunale. Probabilmente dopo il 3 marzo, termine fissato dalla conferenza dei servizi e che, salvo sorprese, sarà nuovamente prorogato.
L'INCONTRO - Il botta e risposta tra M5S e Roma, arriva dopo una giornata in cui Grillo ha incontrato per 3 ore i consiglieri in Comune spronandoli a «votare compatti» e a «non cedere alle pressioni». E cioè alle lamentele della base pentastellata. Che non riesce a digerire il progetto di Tor di Valle e ne chiede l’annullamento sic et simpliciter. «L’incontro è stato molto positivo. Stiamo valutando tutti gli atti. Quando ci sarà una decisione lo comunicherà la sindaca», ha spiegato il presidente dell’assemblea capitolina Marcello De Vito, uno degli ortodossi, passato lunedì al sit-in degli attivisti che sono a favore della linea dura del «no alla speculazione». Dal Campidoglio ieri sera non commentavano la sortita esplosiva di «Beppe» limitandosi a confermare le perplessità sul progetto, soprattutto dopo il vincolo del Ministero, rimandando tutto alla dichiarazione di domani di «Virginia», ancora non pervenuta in queste giornate così convulse. La palla passa a lei.