LA REPUBBLICA (L. D'ALBERGO) - Gli ortodossi del Movimento sono duri a morire. Non hanno ancora digerito la stretta di mano tra il Campidoglio a trazione grillina e i proponenti del progetto del nuovo stadio della Roma. Così la frangia degli scontenti si allarga di ora in ora. Il pressing degli attivisti sui portavoce, i 29 consiglieri pentastellati che dovrebbero rappresentare gli umori della base in aula Giulio Cesare, è continuo. E ora sui social torna a circolare la Carta di Firenze dei comuni a Cinque Stelle. Datato 8 marzo 2009, il manifesto in 12 punti del buon governo cittadino, prevede «concessioni di licenze edilizie solo per demolizioni e ricostruzioni di edifici civili o per cambi di destinazioni d’uso di aree industriali dismesse».
Il documento — questo rivendicano gli iscritti al Movimento che non vogliono la nuova arena giallorossa e il business park a Tor di Valle — se rispettato avrebbe dovuto consigliare agli eletti M5S di annullare la delibera di pubblica utilità approvata dall’amministrazione Marino. Senza alcuna trattativa con As Roma e i costruttori. Di più: considerato il parere del presidente onorario aggiunto della Corte di Cassazione Ferdinando Imposimato, senza alcun rischio di incappare in una causa multimilionaria.
La voce della base grillina, però, non è l’unica contraria allo stadio. Anche il centrosinistra è in agitazione. Così, se per l’ex sindaco Pd Ignazio Marino il nuovo accordo targato Raggi è «una romanella per i costruttori», Stefano Fassina boccia per intero l’idea di costruire a Tor di Valle: «Penso che Marino non abbia particolari meriti a criticare le scelte fatte dall’amministrazione 5S sullo stadio della Roma perché quel progetto è sbagliato. Sbagliato fin dall’inizio». Controcorrente Francesco Rutelli, altro ex primo cittadino, che ieri a Otto e mezzo ha giudicato «buono» il compromesso trovato dai grillini per poi entrare nel dettaglio: «Chiunque conosca Roma sa che per costruire i servizi necessari a collegare il nuovo stadio alla città e renderlo raggiungibile a migliaia di tifosi, serviranno diversi anni e saranno lavori molto complicati. Ma una buona amministrazione ce la potrà fare, e io tifo per loro, per il bene della città e dei romani».