IL TEMPO (A. SERAFINI) - «Per me è già un teatro dell’assurdo stare qui a spiegarlo. Lo stadio della Roma si deve fare». Non ha mai avuto dubbi Federico Nisii, voce storica dell’etere romano e attuale speaker nel palinsesto giornaliero di Tele Radio Stereo.
Quali sono i motivi che hanno creato confusione sulla vicenda?
«Populismo, qualunquismo, sloganismo e ignoranza su tutte. La Roma poi ha un talento speciale nel trovare le situazioni più impervie, è una cosa storica, ma in parte è stata colpa anche dei proponenti, rei di aver allungato troppo nei primi anni la fase di messa a punto del progetto».
Quali sono invece gli aspetti positivi?
«È incredibile che si sia creato un dibattito su questa situazione, come si fa a non essere d’accordo sulla realizzazione di un progetto che porterà benefici a tutte le parte in causa. A partire proprio dai cittadini romani. Questa è un’opera che potrebbe riqualificare un intero quadrante della città, in parte costretto a subire il degrado e l’abbandono del tempo. Studi importanti, come quello dell’università La Sapienza, hanno già dimostrato l’impatto positivo in merito a occupazione e vivibilità dell’area. Non posso pensare che si rinunci ad un’occasione di rilancio e sviluppo come questa. A costo zero per i romani, inoltre».
Sarebbe un passo in avanti anche per il club?
«La possibilità di aumentare ricavi e introiti permetterebbe alla società di un vero auto finanziamento di lusso, diverso da quello adottato finora dalla proprietà americana basato soltanto sulla semplice compravendita dei giocatori».