Nel giorno più difficile da quando Virginia Raggi è stata eletta sindaca, la Regione Lazio pubblicava sul proprio sito il parere del Comune sul progetto definitivo dello stadio della Roma: ovviamente, «non favorevole». Se non è siluro, è un cazzotto che fa parecchio male.
Panico. Per il costruttore, Luca Parnasi. Per la Roma, che perderebbe lo stadio e, forse, il proprietario. Pallotta ha puntato tutto su questo progetto. Se sfuma, c’è il rischio che chiuda baracca e burattini. Non preoccupano solo le condizioni che il documento pone perché il dossier Tor di Valle risulti idoneo, ma il tempo, pochissimo, che i soggetti proponenti hanno a disposizione.
«Sul progetto definitivo dello stadio della Roma c’è la volontà di andare avanti per analizzare il dossier – recitava la nota diffusa ieri –. Abbiamo un mese di tempo, ci sono tutti i margini per concludere positivamente la procedura». Pallotta ci crede: «Non sono preoccupato». La società e il costruttore fanno sapere: «Abbiamo ancora fiducia che le istituzioni non vorranno lasciarsi sfuggire un investimento per la città da 1,6 miliardi di euro». Lo hanno già fatto con la candidatura olimpica, che valeva tre volte tanto.
(gasport)