IL TEMPO (Nati il 7 giugno) - Lo stadio della Roma deve essere costruito. Da questa settimana, l'incipit di questa rubrica sarà sempre lo stesso. Di fronte al comportamento di un'amministrazione che si sta caratterizzando per un immobilismo totale, anche nei confronti di un'iniziativa a costo zero per la collettività, particolarmente cara ai tifosi della Roma e alla cittadinanza tutta, novello Catone, farò mio l'invito rivoltomi da un grande tifoso. Il Censore ricordava come bisognasse distruggere Cartagine in chiusura di ogni suo intervento; io invertirò l'ordine dei fattori, sperando che il prodotto non cambi. Ad essere diverso, invece, è stato il risultato della maggica contro la Sampdoria. La squadra ci ha messo molto del proprio, ma il punteggio finale è stato determinato in maniera decisiva sia dall'errore arbitrale, con la punizione inesistente accordata, sia dall'incredibile segnalazione di fuorigioco del secondo assistente, solo casualmente appartenente alla sezione di Ercolano, in occasione del solare rigore negato a Dzeko. Quale godimento sarebbe stato ascoltare oggi, se il rigore fosse stato assegnato; quelli che; non potendosi occupare del nulla, rivolgono le loro attenzioni, in maniera capziosa e fuorviante, alla squadra che porta il nome della città eterna.
A proposito del nulla. Il primo campionato a girone unico nazionale si concluse con la retrocessione della Cremonese e del Padova. I veneti retrocessero perché nell'ultima giornata di campionato la Roma fece loro otto reti. Se la compagine giallorossa si fosse scansata, come abbiamo visto fare ai dirimpettai in più occasioni negli ultimi anni, il Padova avrebbe potuto disputare lo spareggio salvezza con la Triestina e con... indovinate un po'.
P.S. La primavera di Albertino De Rossi conquista la finale di Coppa Italia e i suoi giocatori sono appetiti da molti. Sul settore giovanile si fonda il futuro di un grande progetto.