IL MESSAGGERO (U. TRANI) - Dzeko resta a digiuno nella prima partita del nuovo anno. E soprattutto non si sblocca fuori casa. Lontano dall’Olimpico, in campionato, non segna dal 26 ottobre, cioè dalla doppietta segnata a Reggio Emilia contro il Sassuolo. In trasferta, per la verità, ha fatto centro anche 2 mesi fa a Vienna, il 3 novembre contro l’Austria: altre 2 reti, tanto per festeggiare, per la prima volta da giallorosso, pure in Europa League. E’ in serie A che, insomma, gli manca il gol quando si mette in viaggio. Lo cerca e non lo trova. A Marassi, proprio all’inizio del match, è stato bravo Perin, prima di infortunarsi, a impedire a Edin di firmare il vantaggio. Nella ripresa, invece, è stato il palo, dopo il cross dal fondo di Peres, a respingere il suo tocco per il possibile raddoppio.
CLASSE E FISICITA’ Torna a casa ancora con 13 reti e quindi senza aver ripreso il capocannoniere Icardi che ne ha fatte 14. Ma non c’è da preoccuparsi. In campo, però, il bosniaco è protagonista pure quando fa cilecca. Perché partecipa più di altri e lavora ormai più per gli altri. E’ il faro della Roma, regista offensivo e a volte stopper aggiunto. Ad esempio, nella prima parte, ha mandato al tiro, con lancio calibrato da centrocampista, Nainggolan. E, quando è stato necessario, si è fatto trovare anche nell’area della Roma a respingere accanto a Ruediger, Fazio e Juan Jesus. Presente davanti e anche dietro, senza dover per forza comportasi da finalizzatore. Il suo contributo va oltre i gol. Cioè, quando non fa il centravanti, eccolo mezzala o stopper, per portare a casa i 3 punti. In trasferta spesso bisogna far sentire il peso dell’esperienza e dei muscoli. Proprio come è nel dna di Dzeko che, senza mai rinunciare a qualche giocata chic, lo ha fatto nei 2 tempi, a Marassi. Andando a conquistare palloni e soprattutto punizioni a metà campo sui rinvii dei difensori giallorossi.
IL RECORD Szczesny che vola per salvare il risultato, Dzeko che usa il fisico per garantire sostanza alla Roma, ancora al 2° posto in solitudine. Il portiere e il centravanti, tra i 20 giocatori utilizzati nelle 19 partite di campionato da Spalletti (nessun collega ne ha usati di più), sono gli unici sempre presenti del gruppo giallorosso. E se il polacco non ha saltato nemmeno un secondo, il bosniaco rientra nella capitale con il primato che meno lo fa felice: quello di Marassi è il 4° palo colpito in questo torneo. Nessuno come lui.