LA REPUBBLICA (J. RICCA) - Una multa da da 50mila euro per la Juve, ma niente sanzioni per il presidente Agnelli. Sarebbe quanto il club bianconero potrebbe patteggiare con la procura federale per aver favorito i gruppi ultras e la loro attività di bagarinaggio.
L’inchiesta, nata dall’operazione antimafia della squadra mobile di Torino per la quale a marzo ci saranno le prime udienze, fece emergere “relazioni pericolose” di alcuni tesserati Juve con boss della ‘ndrangheta. Senza il patteggiamento ai primi di febbraio arriverà il deferimento per il club e alcuni tesserati, che rischiano mesi di inibizione. Tra questi anche Agnelli che, scrive il procuratore Pecoraro, avrebbe favorito «il bagarinaggio, partecipando personalmente a incontri con esponenti della malavita organizzata per garantire l’ordine pubblico».
Particolare di cui il presidente però non ha memoria e che per la procura di Torino non ha rilevanza penale: «Per quanto attiene alla giustizia sportiva abbiamo già dimostrato la disponibilità a collaborare» aggiunge la Juve, i cui vertici potrebbero essere sentiti dalla Commissione Antimafia che il 7 febbraio ascolterà i magistrati torinesi che hanno condotto l’indagine.