LA REPUBBLICA (P. BOCCACCI) In privato lo ripete spesso. E anche in pubblico. L’assessore all’Urbanistica Paolo Berdini si appresta a presentare il suo conto al progetto dello stadio della Roma a Tor di Valle alla Conferenza dei Servizi che si apre giovedì in Regione. E il concetto è drastico. «Io – afferma Berdini – non autorizzerò un metro cubo in più del massimo che ora prevede per quella zona il piano regolatore e cioè circa 350 mila metri cubi». In sostanza: vogliono fare lo stadio, lo facciano e saranno tutti contenti, ma niente di più. E il “più” è pesante, perché il piano della società giallorossa prevede nel complesso quasi un milione di metri cubi, soprattutto per le tre alte torri per uffici progettate dall’archistar Daniel Libeskind. Insomma questo è lo scenario che si aprirà alla Conferenza. Lo ha anche ribadito recentemente ai microfoni di Radio Roma Capitale. «La procedura di individuazione dello stadio a Tor di Valle è stata fatta da un privato» ha detto Berdini. «Quando ero un libero cittadino mi sono sempre battuto contro, ma ora ho un altro ruolo. Se si dovesse trattare solo della costruzione dello stadio, io sono contrario alla localizzazione, ma se la Roma accetta questa possibilità io rispetterò un processo che è incardinato da tre anni. Sono invece contrario all’aumento di volumetrie spaventoso dato dalla giunta Marino in cambio di opere pubbliche, come ad esempio il ponte dall’autostrada per Fiumicino a poca distanza dal ponte dei Congressi che sarà costruito, oppure il prolungamento della metropolitana, che metterebbe in crisi il funzionamento dell’intera linea B. Il piano regolatore permette una cubatura che è già di per sé imponente. Io su quella cifra non muoverò una virgola, sono il tutore del rispetto delle regole. Se la Roma accetterà, ben vengano investimenti privati».
Ma che fine farà il capitolo trasporti? In un documento inviato dal Campidoglio al Consorzio Stadio si esclude definitivamente la possibilità di un prolungamento della linea B della metropolitana fino a Tor di Valle e, invece, si punta sul potenziamento della Roma-Lido e della stazione di Tor di Valle e anche della Roma-Fiumicino con la fermata Magliana. Alla Conferenza dei Servizi, che dovrà discutere, approvare o far modificare il progetto e, alla fine, dare o meno al piano l’attestato di “pubblica utilità” fondamentale per il via alla realizzazione, parteciperanno, oltre alla Regione, Comune di Roma, Area Metropolitana, Prefettura, Acea, Anas, Telecom, Italgas, Eni e, il Consorzio che propone l’opera. Naturalmente, sottolineano in molti, se l’intenzione del Comune è quella di far costruire solo lo stadio e dunque non ci sarebbe bisogno di una variante al piano regolatore, verrebbe meno la necessità della Conferenza stessa. Potrebbe essere solo il Campidoglio a far partire o meno il cantiere dello stadio e a far costruire con gli oneri concessori le infrastrutture pubbliche.