IL MESSAGGERO (U. TRANI) - «Pronti alla battaglia di Bergamo e a imitare la Juve». Il comandante Lucio, come se la sosta non ci fosse stata, è quello di due settimane fa. Va, senza perdere il filo del campionato, dritto all'obiettivo. Che è la partita di oggi pomeriggio contro l'Atalanta che, negli ultimi 7 turni, ha raccolto più punti in serie A: 19 su 21 (6 successi e 1 pari) che valgono l'attuale 4° posto. Spalletti, insomma, si ferma al presente, senza mettere in piazza la tabella da qui a Natale, con 8 partite tra cui le 2 di Europa League da giocare prima dello scontro diretto, sabato 17 dicembre allo Stadium, contro i bianconeri. E' chiaro che, però, quando dice che la Roma (29 gol, migliore attacco della serie A) deve fare come i campioni d'Italia conferma di voler puntare all'en plein prima e dopo lo la sfida di Torino. Per non perdere terreno e magari per avvicinarsi in classifica (i bianconeri salteranno l'ultima gara dell'anno, il 22 a Crotone, per giocare la Supercoppa italiana il 23 dicembre a Doha: lo spostamento, però, non è stato ancora ufficializzato).
ESEMPIO DA SEGUIRE «Se Allegri dà i compiti, da qui a fine 2016, di successi e di risultati, noi si fa la sintesi. Per essere bravi a mirare la Juve, bisogna fare come loro. Vincere le partite come lo fanno loro. E quante ne vincono loro. Avere gli stessi obiettivi». Spalletti indica il percorso da seguire nelle prossime settimane e anche dopo: «Se si fa come loro manca poco per essere allo stesso livello; se facciamo meno, allora molto. Bisogna imparare il mestiere che hanno per portare a casa i risultati, la bravura a cogliere l'attimo. Si dice che non giochino un buonissimo calcio, ma se faranno un calcio migliore davanti, aumenteranno la loro qualità».
TEST PER IL CARATTERE Ecco perché la Roma non si può far trovare impreparata: «Noi bisogna ancora consolidare quanto fatto nell'ultimo periodo. Perché dobbiamo sempre essere bellissimi per essere anche capaci di penderci i tre punti. A volte si può esserlo a livello individuale e mettere dentro qualcosa di proprio e personale che ci fa arrivare lo stesso al successo». Con le giocate dei singoli, a prescindere dalla prestazione. L'Atalanta, in questo senso, è l'esame più complicato. Lucio avverte: «Affronteremo una delle migliori del torneo. Lo dimostrano i loro numeri e il gioco. E si sono meritati ogni vittoria. Dobbiamo essere pronti a combattere respiro dopo respiro, loro sono bravi proprio nei duelli individuali, con i quali spesso conquistano punti e successi. Gasperini, anche con il Genoa, faceva vedere il massimo nello spirito e nella battaglia. Noi, però, ci siamo preparati a questo. I giocatori sono disponibili. Ultimamente siamo migliorati nella lotta individuale»
SENZA URGENZA «La questione del mio contratto, in questo momento, non mi coinvolge». Pallotta è pronto per la firma, Spalletti non cambia posizione e non anticipa il suo futuro. «Per meritare o ambire a un contratto e stare alla Roma bisogna fare risultati. E c'è anche la mia di valutazione: a volte questa società ha fatto contratti ad allenatori che ha subito mandato via e ha dovuto pagare i loro contratti anche dopo. Non mi sembra corretto. Voglio aiutarli a non sbagliare. Sono uno che deve far vedere quello che è la qualità del lavoro. Non si può dopo 12 partite di campionato. La verifica obiettiva sarà da ultimo. Il club poi deve organizzarsi a prevenire tutto perché è giusto così. Deve iniziare a guardare giocatori come sta facendo. La situazione è legata ai risultati. Ai numeri che faremo fino in fondo. Questo dipenderà dalla squadra, perché da me dipende poco. Non devo gestire o comandare. Io per il ruolo che ho sto attento a dover dare più forza a chi dice cose giuste. Tento di evidenziare, a volte lascio passare le cose, le esalto o le abortisco. Per il resto ci sono professionisti molto forti nella Roma». Con Dzeko espulso con la sua Nazionale e Peres coinvolto nell'incidente automobilistico all'alba è stato diretto: «Edin ha mostrato il suo tallone d'Achille: ancora non sa scegliere l'atteggiamento giusto e anche il momento; a Bruno ho detto che noi abbiamo responsabilità dell'immagine della Roma: farsi beccare in un momento non corretto non è bello».