IL TEMPO (T. CARMELLINI) - E meno male che è arrivata la sindaca Raggi con il suo illuminato staffa mostrarci come si sta al mondo. Per spiegarci come si risolvono i problemi dell’ universo (già provassero a risolvere quelli della Capitale sarebbe un successo), come si annulla il malcontento dei cittadini imbufaliti per viabilità e servizi inesistenti, buche grosse come crateri e una «macchina» che fa acqua da tutte le parti. Così, tra una slot machine spostata in periferia e una funivia piazzata a due passi dalla metro, ci hanno risolto anche il problema dello stadio: o meglio della violenza nello stadio. Il singolare è d’obbligo e non casuale, visto che le barriere esistono solo all’Olimpico di Roma: un problema che Coni, autorità, Roma e Lazio, stanno cercando di risolvere da tempo. Ma la mozione annunciata dal presidente della Commissione Sport al Comune, Angelo Diario, illumina la scena all’improvviso: «Nastri colorati al posto delle barriere da 2,20 metri per garantire l’ applicazione delle misure di sicurezza». E chi ci aveva pensato? Bastava così poco, un nastro colorato per risolvere tutto.
Ma a qualcuno l’hanno detto? Sarebbe stato bello se, prima di fare l’ ennesimo sterile annuncio, avessero magari consultato i diretti interessati: che ne so, magari il questore, oppure i due club. Macché. E non sarà un caso se all’ incontro in programma per oggi nessuna delle parti in causa ci sarà: fatevi una domanda. Problemi di comunicazione? Forse, ma alla fine meglio così, perché quando i grillini provano a spiegare fanno anche peggio. L’ordine del giorno infatti recita (testuale): «Implementazione delle barriere divisorie nelle curve dello stadio Olimpico». Implementazione? No, in realtà è l’ esatto contrario ma lascia stare: sono dettagli. Di sicuro c’ è solo una cosa a prescindere dall’uscita «pop» tipo «mettete dei fiori nei vostri cannoni»: la voglia del Movimento di «mettere il cappello» su una questione spinosa come quella delle barriere allo stadio.