LA REPUBBLICA (G. CARDONE - M. ERCOLE) - Anche non volendo pensarci, ora diventa quasi inevitabile. Già, perché dopo il 3-1 della Lazio all’Olimpico con il Genoa e la parallela sconfitta della Roma con l’Atalanta, ora i giallorossi sono lì, a un punto di distanza e con una sola giornata di mezzo prima del derby: «So di cosa si sta parlando — dice Inzaghi — e quello che rappresenta questa sfida per tutti noi e i nostri tifosi. Sono 7-8 mesi ormai che penso a questa partita. Ma dobbiamo cominciare a concentrarci sulla stracittadina solo dopo il Palermo». Difficile, ma ci dovrà provare. Perché a giudicare dall’euforia dell’Olimpico al fischio finale, per i tifosi la trasferta in Sicilia sarà solo una parentesi tra oggi e il 4 dicembre: «Questo entusiasmo non può che caricarci ulteriormente, sarà un incentivo e uno stimolo in più per tutti. Ci fa piacere che la classifica si sia accorciata davanti e l’obiettivo è cercare di migliorarla sempre per quanto sia difficile e dispendioso». Che Inzaghi voglia tentare di ragionare di partita in partita è vero, lo conferma la non ammonizione di Anderson invocata a gran voce dal pubblico. Il brasiliano sarà importante anche a Palermo: «So di essere diffidato — sorride Felipe — e ci starò attento». L’allenatore gli aveva chiesto di fare la differenza, lui ha risposto presente sbloccando una sfida complicata: «Il mister chiede sacrificio a tutti, però la libertà che ci sta dando in queste ultime gare rende tutto più difficile per gli avversari. E siamo consapevoli di poter dare ancora molto di più».
Il motivo lo spiega ancora Inzaghi: «Siamo una squadra giovane e ci mancano alcuni giocatori importanti: abbiamo ampi margini di crescita. Sto cercando di coinvolgere tutti e sono felice quando vengo messo in difficoltà». È vero, sembra funzionare tutto in questo momento. Come Strakosha, ad esempio, chiamato di nuovo in causa per il problema muscolare al polpaccio di Marchetti e decisivo con parate importanti: «La nostra forza — spiega il portiere — è il gruppo, attacchiamo e difendiamo insieme. Questa cosa ci porterà lontano. Noi ci aspettavamo di essere così in alto in classifica, crediamo in noi stessi e lo dimostriamo in campo. La Champions? Sognare non costa nulla». Lo conferma anche capitan Biglia, tornato finalmente ai suoi livelli: «Entrare nei primi tre posti è il nostro obiettivo, credo pure quello della società». Con la quale si dovrà vedere per il solito discorso del rinnovo: «L’incontro è fissato per dicembre, ci sederemo a un tavolo e ne parleremo. Fino a quel momento voglio solo pensare al campo». A 7 minuti dal termine Inzaghi lo ha richiamato in panchina e la fascia di capitano è passata sul braccio di Radu, che proprio ieri ha festeggiato le 200 gare con la Lazio. C’è da scommetterci: non lo dice, ma anche lui sta già pensando alla partita numero 202…