Szczesny e Alisson vivono un dualismo destinato a durare chissà quanto, perché la porta della Roma non ha un padrone assoluto. «Sceglierò di volta in volta, non c’è un titolare stabilito», assicura Luciano Spalletti. Alternanza sia, alternanza è stata, alternanza sarà. Perché ora arriva l’Europa League.
La teoria secondo cui l’alternanza nel ruolo rischia di creare confusione fino a destabilizzare le prestazioni di entrambi oggi non è più assoluta. Spalletti rientra nella categoria dei tecnici secondo cui i vantaggi sono maggiori dei rischi. Era l’idea di Sabatini in tempi non sospetti: «Pensate che spettacolo vederli insieme in allenamento a Trigoria, il livello sarà altissimo», raccontava il ds.
Alisson è il portiere a cui la Roma ha deciso di affidare il suo futuro, quando Szczesny tornerà in Inghilterra. Qui c’è di mezzo il presente, però. Spalletti i calcoli li fa, ma a breve scadenza. Il borsino dice Alisson, che fa sapere: «Nelle ultime partite non ho giocato nella Roma – ha detto dal ritiro con la Seleçao –, ma sono tranquillo. Sto dando il massimo in allenamento, così devo fare anche quando non scendo in campo. Ovvio, mi manca il ritmo partita, ma voglio farmi trovare pronto».
Se vale il rendimento, Szczesny ha commesso fin qui almeno un errore in ogni match disputato: Udinese, ritorno del playoff e Cagliari. Anche per questo la scelta del portiere contro la Sampdoria è tutt’altro che scontata. Alisson è in rimonta, il polacco mostra le unghie, Spalletti decide.
(gasport)